ô, dovete studiare non scrivere ok?
mica scrivere i pseoie, sì, bene?, ma anzi
studiare bisogna, effettuare letture
di libri prendendo appunti
impattare saggistiche voluminose
compulsare tomi impolverati
uscire scemi sulla più ardua manualistica
affrontare le lingue morte (stecchite)
sapere che ad es. Dario Villa ed Emilio Villa
erano due persone diverse
smetterla con i siti
(non necess. con Siti, Walter)
e con la vita
controllare tutte le antologie di poes. italiana del '900 scorso
la mattina a mano nei pantaloni
mastrugnarsi le gonadi innanzi a ricerche di stampo filologico e linguistico
seguire il blog di Claudio Giunta
smettendola per sempre di scrivere
non perdersi un articolo di Marchesini
dicendo un definitivo addio alla scrittura
leggere come se qualcuno vi pagasse per farlo
salvando ad es. i miei bei testi su un apposito file .doc
leggere fino all'ecchimosi e alle necrosi degli arti
approfondendo ad es. l'accesso
al sistema bibliotecario della vs. città
(se non vivete in città vergognatevi
sapete cosa pensava Baudelaire della campagna?
verdura)
leggere fino a che pezzi tumefatti di faccia
non vi si stacchino dalla faccia
(come ai russi che si fanno di Krokodil,
ehi Cantoni cercane il video su internet!)
considerate d'iscrivervi a seminarii
di critica dantesca,
chiedere a me i recapiti di numerosi letterati oggi viventi
(fanno 20 € l'uno l'email, 50 il telefono)
soprattutto: niente scrivere su poetic house.
questo componimento schifoso
deprivato miseramente d'abbellimenti linguistico-ritmici,
di venustà retoriche,
delle solite spezie paronomastiche
con cui uso abbellire la mia lucente pregnanza gnomica,
scritto mentre l'Italia centrale veniva polverizzata
da Posidone,
vi si infili ovunque voglia,
massime fra un orecchio e l'altro
(potevo scrivere 'in culo': non l'ho fatto).