Inseguo la metrica d'una rapinosa estasi
tra le delicate simmetrie dei fiordalisi blu
madido di nostalgia di pelle di luna
al gemito di violini accordati dal vento
i pensieri ponderati al lume del cosmo
diluiti in una buia stanza senza confini
rianimano nell'atmosfera tracce latenti
di peccaminosa armonia di gioia di quiete
un altro giorno lentamente s'accoda
tra le mie mani avide di carezze di piume,
rivivo in pochi attimi amori sopiti miei
e vaghi sussurri d'abbandono che fui
le strofe d'un magnetico disordine
mi rammentano che queste sensazioni
potranno farmi riassaporare ognora
i piaceri ardenti d'un uomo normale
le ore non più ostili d'incanto disegnano
sulle pareti del tempo vespri ospitali
e tra le montagne perlacee della tenerezza
m'arride l'ambito adito della nona porta
le intime geometrie delle concupiscenti tenebre
danzano tra l'eterea luce d'un sogno semprevivo
e addomesticando il verso d'una metafora
strappo l'infinito alla lentezza del silenzio
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