Quella sera di vento
sulle sue cellule di microcristalli
si rifletteva la luce di una luna ottobrina.
lo vide solitario,
attraversare il bosco,
foglie di timo e altre spezie aveva in spalle.
lo seguì,
lungo la scia della sua rotta,
un po’ in disparte e in ombra.
le ali viola glicine
si muovevano veloci.
per avere la sua attenzione,
gli tintinnò nell’orecchio un canto dolce.
gli occhi di lui la cercarono attorno,
dopo i loro sguardi si incontrarono.
il cielo fu testimone
del loro sentimento.
poi lei, con un filo di voce,
gli disse: “Sarai il dolore del mio ricordo, finché non ritornerai”.
lui le porse un sogno,
il suo gioiello più prezioso,
come pegno d’amore.
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