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Pubblicata il 24/02/2015
Non trattenere il seme
dove osa la terra
se riaffiora minuto
alla superfice sedata
il lento esilio di luce.
la creazione pirata
ha brame accecanti
dalla solida resa ,
il sublime nel pianto
è confine violato.
all’irreale ritorno
vibra l’alter ego
casto diluisce il dilaniato
scheggia il fiore nell’eternità
sulle labbra del delirio
come risorto di vita.
non trattenere il seme
dove osa la terra
se la paura raspa
anestetizza il profondo
trattenendo la lingua
all’istinto del vero sogno.
pietosa rincorre l’ingenua
arcana irrisolta pena
come a voler mutar la sorte
dissociando imposta
il vivere nella colpa.
nunzio di tale potente traccia
il carnefice serra le membra
incatena alla lotta l’ anima
embrione di dolore che ama.
innocente tempo al tempo
dissolve il giuramento
e quel che resta al cuore
è esilio ebbro d’amore.
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Scritta con parsimonica passione e meticolosa ricercatezza! Sir Morris ti stima tantissimo. Sir Morris

il 24/02/2015 alle 16:59

Una poesia suggestiva e molto curata nella forma. Brava!

il 24/02/2015 alle 23:34

Grazie della lettura e dell'attenzione Signori!

il 11/03/2015 alle 15:13