La selva di castani che geme livida nel vento
rende pienamente all'imbrunire la mia parte più oscura
dopo che il fuoco ha estinto le orme del mio transito
ed ha incenerito le pecche di un'antiquata dissipazione
i miei occhi gravati dal ristoro negato dal sopore
ispezionano la monotonia degli attimi perpetuarsi
tra i giochi d'ombre e i repentini bagliori di luce
sprizzati tra gli ermetici alveoli delle tenebre
la mia voce intirizzita dall'atono abbandono
imprime estraneità alle parole lente e sillabate,
arcani suoni remoti nella dissolvenza della fantasia
eludono i silenzi tombali della notte arrembante
sfiorisce pigramente la mia smania di rivalsa
insieme agli slanci repressi dall'insonne scialbore,
una nuvola densa di futili ispirazioni mi lambisce e, in
assenza di visibile nitore, m'arrendo al tempo che scorre
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