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Pubblicata il 11/12/2002
Egli avendo toccata la sua estrema
Meta di cui ignorava l'esistenza
E senza più aria respirando senza
Col respiro che tuttavia non scema

E avendo così attinto la suprema
Aurora sublimata nell'assenza
Bevuta come un pesce alla sua lenza
E fatta suo involontario diadema

Con quale timidezza ora il suo piede
Per cui la Terra si soggiogherebbe
teme questo ruscello che recede?

Con quale faccia tosta lo chiamiamo?
Domani scopriremo cosa ebbe,
Tale pesce dinanzi a tale amo


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questa tua nuova mi ah alsciato senza parole, unic versi, sei davvero molto bravo ester

il 11/12/2002 alle 10:02

e poi che non conosci fischermann, il quale grazie a dio è vivo e vegeto e rimane un grande...

il 12/12/2002 alle 00:21