La natura come cura…
il paesaggio ci butta in faccia, provocandoci,
la sua verde e grande risata. Si sale un po’, si scende di nuovo;
tutto è bello, piccolo, misurato, l’immensità
è nella moltiplicazione degli spazi raccolti.
nulla è inerte, tutto è vivo – piccole collinette,
prati d’ infanzia, ruscello perso alla ricerca del suo corso.
misteriose sorgenti tra le rocce screpolate
fanno nascere e vivere i nostri stagni di carpe e lucci.
delle lucertole fiacche e pudiche si nascondono nelle crepe dei muri.
per un credente qui la pietra è in cielo
e l’eden biblico è alla portata dei nostri fiori;
la dolcezza delle cose è nella maniera morbida e semplice
con cui il ferro, la pietra, il marmo, il legno e l’acqua,
hanno la stessa soave leggerezza.
il pesce non vola, non corre, è pesce;
il tavolo è tavolo, ognuno al suo posto.
le cose vivono e il cielo assapora ogni giorno
la loro presenza.
come sono grandi gli uomini
quando sono semplicemente uomini e bimbi !
a loro appartiene ogni cosa,
e la trasformazione non crea nuove specie
ma veste lo spazio in un sussurro di festa.
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