Bellissima cronaca di un viaggio, lasciando perdere l'ultimo incontro che è lontanissimo! Ben tornata a casa. Un abbraccio,patty
eccola la nostra dolce marinella! finalmente! e, cm al solito, è sempre un piacere leggerti! a presto francesca :)
rieccoti....sempre bello leggerti..profonda e bella questa, ciao^^
Profonda e piena di storia. Bella la chiusa, fino al nostro ultimo incontro . piena di significati e di fede. Piaciuta ☺
x frida ciao franci,anche tu hai "bigiato" pero'....grazie della lettura marinella
per andrea. grazie andrea tu ,sempre attento e presente,sei un amico al quale non vorrei mai rinunciare.marinella
x astronauta,grazie amico nuovo,sono contenta ti sia piaciuto questo ricordo di fede.marinella
ho visitato israele lo scorso ottobre, ed è stata un'esperienza umana, culturale , mistica di enorme spessore.
anche per me.lilli qs.viaggio appena compiuto mi ha segnato in molti modi,ma i contrasti mi hanno cosi'addolorato..forse vedendoli sul posto e vivendoli quotidianamente fanno pu'impressione.ciao marinella
Questa non è la poesia che Marilena, attratta e ispirata da quell’atmosfera, era certa di poter e dover scrivere al ritorno del suo viaggio in Terra Santa. Chi visita quei luoghi e Gerusalemme è certo di immergersi nel sacro assoluto, di poter gioire della contemplazione e dell’estasi che solo la terra di Cristo può dare. Marilena sperava di trovare la Gerusalemme che San Giovanni vide “scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo”, la città vissuta da Gesù, percorsa da Pietro, Barnaba, da Saulo; ma non è stato così. La poesia di Marilena è un inno velato di una commozione diversa; i suoi versi sono di sconforto e delusione. Non più rose dal deserto, non più clima di preghiera e di contrizione ma barriere e filo spinato, cattedrali d'odio e uomini divisi. Il poeta ha cercato in tutti i modi di isolarsi, di trasferirsi in quella realtà che fu: “anelando al Tuo volto che si celava ho sentito che c'eri, che eri con me”; ha pregato su quello sfacelo per se e per tutti, ma non è rimasta gratificato. Gli ultimi tre versi, gemma preziosa di tutta la poesia: “colma di tenerezza per Te, ho capito che solo nel mio cuore poteva continuare il mio viaggio, fino al nostro ultimo incontro” sono una ulteriore conferma della grande delusione rimasta dal Viaggio in Terra santa, che avrebbe dovuto lasciare nel cuore del cristiano l’immagine rivissuta di Cristo in cui crediamo e che adoriamo.
grazie ugo il tuo commento ha realmente compreso le mie emozion isei un grande uomo.marinella
Ci hai dipinto la cartolina del tuo viaggio, trasmettendoci vive emozioni. Brava
Le vostre parole hanno viaggiato e visitato insieme a Voi, milady! Brava!
Sono d'accordo con te India, é solo nel nostro cuore che possiamo trovare Dio, quello che affligge Gerusalemme é la cecità umana, il voler riconoscere a un luogo una sacralità che in primis si dovrebbe riconoscere alle persone... é follia pura mettere un tempio fatto di pietre davanti all' importanza di una persona... follia...