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Pubblicata il 12/10/2012
Urla gufo
cupo e selvaggio
innaturale tremar del terrore notturno.
Vieni in battiti d'ombra
accennando il cristallo segreto dell'occhio
e della luna sanguigna di pianto.

Dimenatevi lacrime di salice
al correre impetuoso e distratto
d'una volata di vento beffardo.
Percola goccia abbandonata
al torbido abbraccio della bruma
che esala sussurri di misteri sognanti.

Veleggia corvo
regale e fiero
accompagnatore sconosciuto dell'erebo.
Vorticando in nere dita
svela l'immortale sguardo di Saturno
e dell'inverno sonno di dolore.

Abeti silenti frusciate parole
in diafani aghi nei fumi dell'oscuro
svolgere del tempo di questa notte.
Grave voce del nulla levati piano
e ricorda la dolcezza della sventura
d'una rosa nel mattino dal gelido bacio.

A.G.
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bellissimo uccello
forte e fiero
signore della notte
dicono che il suo canto
sia portatore di sventure...
non credo proprio
il suo canto nel silenzio fa compagnia..
bella poesia

un abbraccio

nino

il 12/10/2012 alle 16:39

Per me è portatore di sventure per chi lo considera melevolmente e con pregiudizio...
concordo, bellissimo uccello signore della notte...
dopo il corvo è il mio volatile preferito...
Grazie nino
felice del tuo passaggio
ti abbraccio pure io,
Andrea.

il 12/10/2012 alle 22:22