L'aria di terra arida
soffiava calda sui visi...
secca asciugava i nostri occhi
e ardeva forte e lacerante
sulle foglie morenti.
Era l'estate dalle voci di cicala;
di quelle voci che parlano all'animo...
che lui non vuole ascoltare
senza poter far a meno
d'essere sensibile forma
di percezione.
Era l'estate del sole acceso;
un sole ubriaco in profusione di parole lucenti...
e di colori in infinità a morire
e di suoni in eternità a finire
e di tutto in estasi a mai perire.
E il tuo sguardo era il mio
e il mio era il tuo
in un sincronismo di colori
dall'etereo ciclo silente
dalla voce dell'animo prorompente.
Era la nostra estate;
di silenzi e suoni e colori e rumori...
nostra la vita tremante
al meriggio splendente nel cielo
in stormi di corvi bianchi
che in voci di canti lontani
chiamavano un nome, un fiore, un ricordo.
A.G.