Si leva lento dall’abisso
il canto del Kraken,
ma non sa portare silenzio
al mio faro
miratore soltanto di irrequiete tempeste.
Neri gli scogli sapidi di dolore,
riflessi di luce affogano
in mordaci flutti
e anche la tempesta conquista un suono…
il tremante pianto del mondo.
Sospeso come le nuvole
rimango a patire passati lontani
che affiorano e poi scompaiono
in quell’abisso dal canto infinito
stretti in un mortale abbraccio
che spegne il cuore.
A.G.