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Pubblicata il 09/10/2002
Quante volte avrei voluto tenere le mani lungo i fianchi,
ma loro, carnefici del mio dolore ti cercavano

Chilometri di carezze percorsi sul tuo corpo e tu seduto,
nemmeno ti accorgevi di questi fioriti sentieri

Io assetata e tu fonte negavi ai miei baci di bere,
per togliere l’arsura che solcava le mie aride labbra

Mi torturavo l’anima chiedendoti ancora frasi d’amore,
che ben ricordavo nel nostro vicino passato

ma l’amnesia nella tua mente rendeva vuote le tue pupille
privandoti delle parole che avrei voluto sentire

Protetto da grovigli di acuminate spine il tuo silenzio regnava,
fermando fuori dalla porta del tuo maniero i mei passi

Avrei voluto strapparti un sorriso, per illudermi ancora
che come la fenice potesse rinascere più bello dalle sue ceneri

Non c’era più immagine, odore, sapore...né gusto né rumore,
e inevitabilmente in un giorno non menzionato dal tempo

prendesti sottobraccio il coraggio e con lui ti avviasti,
uscendo dalla mia vita, inerme...come un pupazzo.
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carissima, non voglio commentare questa tua poesia perchè non serve aggiungere altro al quadro triste e dolcissimo che hai dipinto....
Brava!
Un bacio
mary*

il 09/10/2002 alle 19:53

Grazie Mary...un bacio a te

il 09/10/2002 alle 22:45

Grazie Ale, per fortuna e' solo un ricordo, ma ogni tanto tornano a sprazzi. Ciao :-)

il 10/10/2002 alle 08:54

mi paice molto anche se malinconica, un abcio ester

il 10/10/2002 alle 12:46

Ho descritto un momento per fortuna passato...anche se ogni tanto i ricordi tornano. Un bacio a te Ester

il 10/10/2002 alle 16:56

Ti ringrazio Ily, per fortuna non e' un momento attuale, ma un brutto ricordo, che e' uscito direttamente dalla mia mente e finito qui. Un bacio a te :-)

il 10/10/2002 alle 16:58

Per quanto triste...e' cosi'. Ciao :-)

il 11/10/2002 alle 14:39