PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 28/03/2011
Nacqui un pomeriggio d'estate
una domenica calda di agosto
nacqui nel non amore
mia madre sola
mio padre al mare
già prima di nascere
mi sentii abbandonato
perciò dico: attenti ai pensieri
son loro che decidono tutto
infatti odio le domeniche
i pomeriggi
il loro trascinarsi lento
chi esce cerca di digerire
la pancia piena, gli occhi gonfi
il cuore vuoto
le strade son desolate
le finestre lampeggiano luci grige

Io cammino solo, spesso
guardo le facce
immagino vite, gioie, dolori
studio i passi
indovino paure
le labbra si muovono
io chiudo le orecchie
e osservo
apparecchiandomi un sogno
Sono i miei momenti migliori
quando solo
irrimediabilmente solo
amo l'umanità
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e probabilmente l'umanità ti amerà,un saluto

il 28/03/2011 alle 12:42

Succede pure a me studiare il mio prossimo
vedo solo fretta e vuoto intorno,
come pupazzi di pezza pilotati
dai fili di un burattinaio,
è una tristezza osservare a volta l'umano.

Poesia che fa ridlettere Arturo bravo.
Marygiò

il 28/03/2011 alle 12:52

bella.
anche io guardo le facce e immagino vite, però amo il trascinarsi lento delle domencihe possibilmente vuote di impegni e bagordi, mi piace misurarmi con quel tempo, che proprio perchè vuoto di cose ti dà la misura di te. La maggiotanza della gente davanti a questa esperienza ( una delle poche vere) si sbiella invece di trovarsi.
sull'umanita me la cavo meno bene :-)

il 28/03/2011 alle 12:56

penso che tu abbia ragione: già nel ventre materno un bambino avverte l'atmosfera del mondo che troverà, assorbe pensieri e stati d'animo della madre con la quale è in simbiosi e che determinano poi il suo modo di porsi nei confronti della vita. I primi mesi e anche anni di vita vissuti gioiosamente e sentendosi accettato e amato incondizionatamente o meno poi decidono del carattere solitario, schivo o solare dell'adulto.
Un bambino solitario è cmq più sensibile e sarà un adulto sensibile che "sente" gli altri, li osserva, "indovina" dai loro gesti ciò che c'è oltre le parole.
molto bella e molto consapevole questa tua.
un abbraccio
eos

il 28/03/2011 alle 13:24

Dici? E' un bell' augurio il tuo, e ti ringrazio....ciao

il 28/03/2011 alle 14:28

grazie Marì, son contento che ti ci sei ritrovata...ciao

il 28/03/2011 alle 14:28

Si in fondo ognuno vive a modo suo i momenti di solitudine...Io sono dell' idea che l'essere umano, preso singolarmente, sia bello....è la massa il problema, siamo incredibilmente condizionabili...grazie

il 28/03/2011 alle 14:30

ma in fondo "tutto", ma proprio è destino..io l'ho risolta così...solo che il destino ci si svela mano a mano, scegliere e vivere, con 1000 fili che tirano da tutte le parti...non è facile...grazie cara eos

il 28/03/2011 alle 14:32

tutta la poesia è pervasa da una profonda solitudine, una solitudine che tutto sommato fa parte di te. pochi hanno il tempo di osservare gli altri, immaginarne la vita, le gioie ed i dolori.solamente colui che ha grandi capacità d'introspezione può farlo, e tu sei così ,una parte di tutto ciò è nel tuo DNA, non solo nel tuo vissuto.
un saluto , ninetta.

il 28/03/2011 alle 15:14

non vorrei sembrasse che condanno qualcuno..i miei genitori, o mio padre...sono abbastanza grande per capire ormai che la vita non fa sconti a nessuno, loro, anche loro, hanno avuto i loro problemi...Vedi, questa mia è come un racconto di un viaggio, un guardarsi allo specchio, per quello che posso, un frammento di verità su me stesso...Come sempre ogni cosa negativa porta qualcosa di buono...la solitudine, il sentirmi solo mi ha fatto ritagliare un angolo da cui osservare il mondo...un caro saluto Kosè, e grazie

il 28/03/2011 alle 15:56

diciamo che non ho potuto farne a meno...E' come quello che precipita nel mondo e guarda tra l'incuriosito e lo spaventato, come a dire:" Ma io qui, che ci sto a fare?" C'è un lato comico, come sempre, anzi chiamiamolo tragicomico....grazie ninetta

il 28/03/2011 alle 15:59

di una malinconica, infinita bellezza...
Stringe il cuore...
Un abbraccio
Ax

il 28/03/2011 alle 17:05

tanti ingredienti formano il tuo autentico: una specie di preveggente autobiografia, l'ammonimento ai lettori, la desolata ammissione di solitudine portata a spasso al guinzaglio. eppure non è per il contenuto che incanta questa poesia, è per come ti porgi, rich.

il 28/03/2011 alle 17:57

grazie axel, non ho parole per ringraziarti...un abbraccio

il 28/03/2011 alle 20:43

grazie axel, non ho parole per ringraziarti...un abbraccio

il 28/03/2011 alle 20:43

non lo so, non lo so mia cara, non è una storia tanto originale la mia, un senso di estraneità forse ce l'hanno in tanti, il fatto è che io adesso l'ho accettato, smettendo di combatterlo, è questo in fondo è il motivo che mi ha fatto scrivere questa poesia...sul come e sul modo non lo so, so scrivere solo così....ti ringrazio tanto mia cara

il 28/03/2011 alle 20:52