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Pubblicata il 28/02/2011
Nel punto più vulnerabile
quel dì si conficcò lo strale
scoccato dall’arco del fato.

Rimasi a guardare il sangue
sgorgare a fiotti e tra le dita
scoprii l’inutilità di un gesto.

Niente bloccava quel flusso
dilagante come un nubifragio
in collera con mille papaveri.

Vorrei che il tempo del grano
retrocedesse ed insieme a me
truccasse il volto del presente…

…ma sulle distese ormai brulle
si posano argentei chicchi di neve.

SabyGRIZZLY 2011
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caro Cesare, sotto la neve stà il grano, dicevano gli antichi...e presto sarà una nuova primavera a sbocciare di sole, lascia che sia la sola a vincere e cantare, mai ti sia la malinconia
buon tutto, e piacere di averti ancora letto!

il 28/02/2011 alle 18:28

Eihlà che piacere risentirti cara Lunetta.
Niente malinconia...sono spunti presi altrove..
Un grrrrrrrrrrrrrrande abbraccio
da orso pensionato

il 28/02/2011 alle 18:39