PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 14/02/2011
Cittàvecchia
vicoli strettissimi
finestre faccia a faccia
le tocchi con la mano
persiane semichiuse
vana illusione di privacy.
Mai un raggio di sole
ma...
sul davanzale
una rosa in un bicchiere
colora il grigiore
e... uno scorcio di mare
e di cielo
aprono il cuore.
Da qualche parte
una donna accenna una canzone,
un'altra alla finestra
spazzola le lunghe chiome...
un gatto dorme sul portone.
Passa un cane
e nemmeno si scompone.
Al tramonto si accendono le prime luci
rumore di piatti
si cena.
Poi cala la sera
chi va a dormire si spoglia al buio
e, al buio,
marito e moglie soffocano gemiti in silenzio.
A notte fonda una ragazza,
nell'abbandono dell'ultimo abbraccio
ritarda il rientro.
Sa che verrà sgridata
ma un minuto di tenerezza in più
ne varrà la pena.
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Bellissima e tenerissima poesia........mi hai riportata indietro negli anni "50"...hai ridipinto il mio quartiere attraverso questa cartolina perfetta che quasi quasi mi vien voglia di chiederti se anche tu non hai abitato accanto a me....
Con affettuosa amicizia ....GABRIELA.

il 14/02/2011 alle 16:49

Appare come per incanto l’immagine della vita in quello scorcio di vecchia città, dipinta con calde pennellate che stemperano il grigiore di vicoli senza sole. Dietro a quelle finestre quanta vita appesa a quegli spicchi di cielo e di mare! I rumori del giorno risuonano familiari come i silenzi della sera in cui indovini la famiglia intorno alla cena e l’intimità della coppia che si ritrova al buio nella sua camera, dietro le persiane chiuse. Ma quella rosa in un bicchiere sul davanzale riempie di una nota di vivace intensità il quadro, illuminando di dolcezza tutto il paesaggio cittadino. Mentre il gatto dorme davanti al portone, a notte fonda, una ragazza si affretta a rientrare assaporando ancora l’abbandono dell’ultimo abbraccio e non ha paura delle sgridate perché l’amore giovanile più intrigante è quello rubato alle proibizioni e vissuto furtivamente, dietro l’angolo di un vicolo dove la vita è ancora poesia.
Moirym

il 14/02/2011 alle 17:15

mai vissuto niente del genere ma è un paesaggio ben dipinto con un finale bellissimo, richard.

il 14/02/2011 alle 17:17

Le immagini che proponi con i tuoi versi sembrano tanti dipinti ad olio dove non manca il particolare o della rosa sul davanzale, il gatto che dorme sul portone, una donna che spazzola le lunghe chiome,
ed è un piacere leggere questi versi scorrevoli, musicali e pieni di vita.
Bravissimo Fabio, mi è piaciuta molto e l'ho apprezzata tanto.
Complimenti, perchè sei sempre più bravo.
Un abbraccio, helan

il 14/02/2011 alle 17:27

Io sono nato negli anni 50, ed in quei vicoli ci sono cresciuto. Grazie per i ricordi che hai fatto riaffiorare in me.....e......complimenti per la poesia; simone

il 14/02/2011 alle 17:42

io non ho vissuto quegl'anni ma da come li descrivi erano molto belli...e la tua poesia è molto dolcie,il finale è bellissimo.
grazie di questo salto nel passato.
baci

il 14/02/2011 alle 19:24

immagini meravigliose. complimenti, ninetta.

il 14/02/2011 alle 19:59

mi colpisce in particolare quando dici; non c'era privacy e il mio pensiero corre ai palazzoni condominiali dei nostri tempi: la privacy te la sogni! e ci aggiungi che non c'è quel senso di calda umanità che si respira nei tuoi versi, nè il rispetto del riposo e della tranquillità altrui.
Vicoli come famiglie allargate, nei quali la vita seguiva un ritmo naturale, sveglia alla stessa ora, più o meno, pranzo e cena alla stessa ora...il tempo era segnato dall'acciottolio di piatti in determinati momenti della giornata, dallo spegnersi di luci dopo una certa ora...Non ho vissuto in quegli anni, la vita di allora la conosco attraverso i racconti dei miei e i film alla televisione...e devo dire la verità mi ha sempre affascinato, anche l'attardarsi al buoi col fidanzato. Oggi non sei tranquilla nemmeno in piena luce, a mezzogiorno.
Insomma Fabio, leggendoti ci si sente calare in un'atmosfera piena di umanità e ne provo un desiderio vivissimo.
Bravissimo! sei il "cantore dei vicoli" e lo dico come un complimento: gli hai dato vita nei tuoi bellissimi versi.
un abbraccio
eos

il 14/02/2011 alle 20:12

Oddio che meraviglia! Amo i vicoli, ma soprattutto amo le poesie visive come questa che fanno affiorare immagini e ci riempiono di emozioni. Bello quel soffermarsi sui dettagli ( le chiome, la cena, ) ma sopra tutto si erge quella rosa nel bicchiere, sembra un pizzo antico, nel cassettone della nonna. Stre-pi-to-sa! Abbraccio Snow

il 14/02/2011 alle 20:34

Sembra di vedere un film neorealista!Grande!!Ciao

il 14/02/2011 alle 22:11

Mi hai fatto immaginare Via Pre'
e Via del Campo
Molto bella

il 14/02/2011 alle 22:24

un bel quadro che si anima strada facendo...mi ha colpito il buio iniziale e poi quel crescendo di vita....

il 15/02/2011 alle 10:07

Non so dove hai abitato tu. Io dalla nascita abito a Trieste. Comunque non ho mai abitato nella città vecchia ma in periferia, tutto il contrario dei vicoli... spazi aperti e pochissime case. Ciononostante conosco molto molto bene anche la parte che ho descritta anche se non ci ho vissuto.
Con affetto
Fabio
P.S. Scusa la mia curiosità... Gabriela con una "elle" .. sei di origine ispanica o latina?

il 15/02/2011 alle 11:33

Mi sembra più bello il tuo commento che la mia poesia...
Grazie della tua attenta attenzione
Fabio

il 15/02/2011 alle 11:34

Neanche io ho vissuto in quei posti, anzi, proprio come il ragazzo della via gluck in periferia con prati, campagne e... si, c'era anche vicino la ferrovia con l'amico treno che faceva wuff wuff, però conosco anche la città vecchia e come ci si viveva... quasi un piccolo pezzetto di Napoli
Ciao
Fabio

il 15/02/2011 alle 11:39

Tu mi farai arrossire con tanti complimenti ela...
Contento che possa ricambiare con le emozioni che ci dai sempre tu. Vedi che anche Trieste ha un piccolo spaccato di Napoli, ma forse tutti i vicoli sono simili e simili le abitudini di chi ci vive. Questo era riferito agli anni '50, ora esistono ancora, ma son cambiati
Abbraccio e grazie
Fabio

il 15/02/2011 alle 11:42

Io son nato nel 44 ed in periferia, son contento di averti fatto ricordare la tua infanzia. In effetti ci sarebbe molto da raccontare, io ho fatto solo un piccolo flash.
Grazie del commento
Fabio

il 15/02/2011 alle 11:44

Grazie del tuo passaggio. Non lo so se erano belli perchè si era più giovani o perchè c'era più comunione con il prossimo. I ritmi comunque erano molto differenti...
Grazie del passaggio
Abbraccio
Fabio

il 15/02/2011 alle 11:49

Grazie ninetta. Contento ti sia piaciuta
Fabio

il 15/02/2011 alle 11:56

Grazie Eos. Me lo incornicio questo favoloso commento. Meglio della poesia. Non ho vissuto in quei vicoli e non conosco nessuno che ci abbia abitato. Ho sempre abitato in periferia (tipo ragazzo della via gluck come ho accennato a rich) ma ci son passato e ci passo sempre molto spesso e riesci a immaginarti come si svolge la vita, oltretutto negli anni 50 c'erano altri ritmi ed altri valori e ci si aiutava tra vicini. Il rovescio della medaglia era che era tutto in piazza, niente privacy. In compenso tutti per uno ed uno per tutti.
Quella ragazza non correva nessun pericolo anche a tarda sera, sarebbero stati tutti pronti a soccorrerla in caso di bisogno. Oggi come dici tu, no. Pericolo anche di giorno. Ognuno guarda solo a se stesso e se ne frega del prossimo.
Abbraccissimo
Fabio

il 15/02/2011 alle 12:08

Grazie Snow. Contento di aver fatto emozionare qualcuno.
C'è una famosa canzone triestina "Trieste mia" , scritta da Publio Carniel nel lontano 1925, che tutti i triestini cantano ancora
te la copio/incollo qui sotto...

Co’ son lontan de ti Trieste mia,
me sento un gran dolor, un gran dolor,
e più che zerco de pararlo via,
più me se ingropa’l cuor
Le lagrime me cori zo pe’l viso
e digo tra de mi e tra de mi
che no ghe esisti un altro paradiso
più splendido de ti!

Un buso in mia contrada, (ritornello)
un vecio fogoler,
un sial che pica in strada,
dò rose in un piter,
in alto quatro nuvoli,
de soto un fià de mar,
xe’l quadro più magnifico
che mai se pol sognar!

Lontan de ti son come un useleto,
che vivi in s’ciavitù, in s’ciavitù
e me dispero e pianzo el mio dialeto
che no lo sento più!
Ma quando torno canto de alegria,
me salta’l cuor in sen, el cuor in sen
e zigo: Ah si Trieste te son mia.
Te vojo tanto ben!

Un buso in mia contrada, (ritornello)
un vecio fogoler.....

Lontan de ti Trieste no go pase,
me manca el nostro ziel, el nostro mar
el verde dei tuoi pini, le tue case
e i muri del castel,
e penso al mio balcon in Rena Vecia
quel caro balconzin!
De dove vedo i monti che se specia
nel golfo zelestin.

Un buso in mia contrada, (ritornello)
un vecio fogoler...

Come vedi quadri simili...
Abbraccio
fabio

il 15/02/2011 alle 12:27

Già anche a Trieste nella città vecchia c'è una piccola Napoli...
Grazie
Fabio

il 15/02/2011 alle 12:28

Via Pre' e i caruggi di Genova... si si
sono molto simili
Ciaooo

il 15/02/2011 alle 12:29

Uno scorcio di vita anni '50. Ora i vicoli son sempre gli stessi, ma è cambiata la vita.
Ciao
Fabio

il 15/02/2011 alle 12:31

Mi hai fatto ritornare indietro nel tempo Fabio,
sei stato fantastico in questa tua,
hai pennellato un quadro di un pittore famoso,
un vicolo di Napoli.
grazie della veduta virtuale.
Marygiò

il 15/02/2011 alle 19:03

Ci son stato a Napoli. Molte volte. Ho anche una cugina che abita là. Certi vicoli della città vecchia di Trieste son talmente stretti che le finestre si toccano.
Eh si una Napoli in miniatura... mi son dimenticato di mettere i panni stesi ad asciugare... bah pazienza, completa tu con il pensiero.
Grazie Marygiò
Abbraccio
Fabio

il 15/02/2011 alle 21:03

Bella , malinconica struggente , impressa in questi versi per ricordare sempre.. Complimenti , buona domenica..

il 13/10/2013 alle 15:27

Ti ringrazio Rosazzurra, contento ti sia piaciuta.

il 13/10/2013 alle 23:14

Un dipinto!

il 19/10/2013 alle 15:22

Grazie Leo. Si è una descrizione. Una specie di quadro. Grazie del commento

il 21/10/2013 alle 19:29

Rileggerla dopo diverso tempo ancora mi emoziona...Gabriela.

il 30/04/2020 alle 20:35