Di una notte guardinga
affiorano organi luminosi
con i profili della Verità
incollata alla boreale
alba nel distacco dell'incontro
o astringente follia.
Mozzo di navi il fiato
e l'annoso invado
insapore di tralicci pieni
nei loculi che scordano
l'affumicata luna.
La cascata
nel suo cadere
bordella la vita.
Di come
disatteso pendevo all'arenile
muto di passione
alle tue membra immote.
E chino al tuo silenzio
di tenebre, uragano torno,
come cercata, da una fievole ombra
al lavandino.