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Pubblicata il 16/04/2010
Se il terren che lo forbisse
foraggiato ai tuorli ameno
tanto più l'albume disse
trasparenza che vien meno
si che il crapulo pervinco
del fattor lo spirto in tasca
per l'adduopo che irrorato
ebbe il campo con la fiasca
alzò il gomito e lo sguardo
a quel ciel parea beffare
se di un dio ovver del fato
lo volesse sprofondare
sotto il manto della terra
che degl'inferi ribolle
le radici fan la guerra
a intrecciar la vite folle
e il villano traballando
su quel baratro infocato
dal pensiero ormai offuscato
di quel liquido assetar
ma di poscia il lavorìo
prese spazio al mal desìo
e il raccolto a fine estate
abbondò in cantine ambrate
sì da mescere al poeta
che la musa, pur discreta
scrisse con la verga d'oro
entri Bacco, è il suo decoro.
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lovely poem...canto carnascialesco un poco in ritardo, ma mediceo assai e macheronico quanto basta (e sempre ben scritto....alla Folengo...quasi).
Nicky

il 17/04/2010 alle 00:45

NON SO CHI SIA FOLENGO, MI DOVRò INFORMARE, COMUNQUE GRAZIE, CIAO

il 17/04/2010 alle 01:14