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Pubblicata il 22/03/2010
Indun era un ragazzo senza niente
una giacca da buttare sulla pelle d'oliva
un treno per Nessuno preso al volo
signore compiacente per valigia.
Non che non gradisse protezione vera
ma mai fortunato con i padri e il resto
sì insomma c'era d'arrossire a udire
al bigliettaio: -Sì lui viaggia con me-.
Dai vetri evaporava pioggia di settembre
tolse il berretto di fronte a una ragazza
e scrisse nel quaderno nero: è fatta
non resta che sperare nel Signore.

Spalare sabbia e barattare amori con notte
non era quella la vita verdeggiata e viola
non era che tristezza aggiunta alla mestizia
tornare a casa che gran cosa e vivi prati
calpestare ancora! Diventò poeta vero
s'ammalò e risorse dopo tre giorni,
duro e delicato così allevò se stesso
come il figlio che non avrebbe mai avuto.

Primavera di valle il ponte attraversava.
Aprì la porta, la sorella: -Mamma è fuori-.
Sapeva dove si trovava, alla stazione
a cercare tra i vagoni vuoti il figlio-cena.
-Ciao- disse all'investigatrice. E un filo
tolse dai capelli materni. Lei sulle braccia
reggeva una giacca nuova e gliela diede.
Passato era il giorno e le loro vite quasi.

Non c'erano altri treni fino all'autunno.
Rivide il signore e la ragazza, ogni duna
la febbre grave lo rimise dritto a letto.
Sconosciuta malattia di tempi rovinosi
in fretta costringeva al definitivo pianeta.
Hai forse scelta si chiese un giorno bruno
e pianse. E ancora nel quaderno nero:
è fatta non resta che sperare nel Signore.
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"hai forse scelta, si chiese un giorno bruno e pianse", no, a volte non c'è scelta è vero cara rich...mi sono commosso

il 22/03/2010 alle 10:00

ma poi si salva...

il 22/03/2010 alle 10:05

Bellissima! A cominciare dal titolo ,Indun :potentemente evocativo.
Indun richiama indurire nel senso di rafforzarsi e questo ragazzo ripercorre tutte le tappe di un "viaggio" spirituale che dalla salita al calvario della sua vita disperante ,di scelte obbligate ,dopo la caduta "risorge" .Mi ha fatto pensare alla caduta (la malattia di Indun)di Cristo lungo la Via Crucis (la vita di Indun) e poi la resurrezione dopo tre giorni.E che sia rinascita ,guarigione e non passaggio al pianeta definitivo della morte,l'ho letto nella risposta al commento di Arturo.brava rich è veramente bella.
un abbraccio eoskarma

il 22/03/2010 alle 11:57

wow, dovrei assumerti come interprete! Indun era nato per un piccolo testo teatrale a più voci che non ho mai finito, un ragazzo con un nome che ricordava l'India, ma come tutte le cose che ci piacciono vivono di vita propria altrimenti le sciupiamo... e vivendo se hammo fortuna possono incontrare fiori come te, bye rich

il 22/03/2010 alle 12:19

grazie rich sei gentile.
un abbraccio eoskarma

il 22/03/2010 alle 14:58

Sembra un quadretto familiare, nel centro del quale c'è la povertà e il desiderio di cose difficili da realizzare (non resta che sperare nel Signore, ne è una chiara allusione, anche se non è una preghiera vera e propria). Incuriosisce la figura di questo ragazzo: Indun che diviene poeta, muore e risorge dopo tre giorni (chissà perché la similitudine con la resurrezione di Cristo). Comunque affascinante il tuo affresco. Un bacio, fabio.

il 22/03/2010 alle 16:43

ogni uomo che è fatto a croce come sa ogni pittore compie la vita di Cristo ed è destinato secondo tradizione alla resurrezione, questa era l'idea di mia madre e in fondo Indun è un omaggio.
La famiglia: ne scriverò. Povertà di mondo, di quello che ti resta in mano senza le cornici del consumo. Un grazie Antonella

il 22/03/2010 alle 19:56

testi, i tuoi, da leggere più e più volte

il 21/01/2014 alle 10:19

grazie Vitale, ti leggerò anch'io.

il 21/01/2014 alle 10:46