Cala il sipario ,non serve il monologo dell'ultimo atto.Lo "spettatore" è con la mente e col cuore già fuori dal "teatro" ...a riappropriarsi di se stesso.
ho provato anch'io qualcosa di simile .Ed è stato liberatorio uscire di scena.
un abbraccio eoskarma
"e si frange la bolla" è verso molto italico con tante vocali dentro che sazia, la poesia mi sembra una dama dell'800 che lascia l'amante sulle scale e la sua lunga gonna fruscia di mistero... l'interruzione
dell'addio me la fa amare, complimentissimi
Stupenda elegia della fine di un amore,ma anche orgoglio di rinnovata libertà, consapevolezza della propria esistenza che va vissuta pienamente anche nell'ambivalenza di una storia che si chiude e riapre prospettive nuove...
Ciao
grazie, Jul. Anche la fine di una storia di "grande" e complice amicizia potrebbe avere questo epilogo, scoprendo che grande così non era...
Grazie, Rich, l'immagine della dama dell'800 che tu mi richiami all'immaginazione è davvero emblematica. Meriti tu un grande plauso!
Confermo, eoskarma, l'abbandono anticipato di una commedia che non è più credibile è molto liberatorio. Un caro saluto
molto efficace nelle immagini, m'è piaciuto quel "la meraviglia
la bevo tutta
in un calice
"
Ti sono grato anche per il commento.
ciao
AxEL