PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 04/12/2009
Cos'hai lì vicino al mento
un'espressione schiaffeggiata
un bordello immaginario
scricchiola il chicco
sul selciato di cani che scappano
dove siete cagne in calore
la penna in bocca
la grassona s'è voltata
mi vedo nello specchio, sono io
oppure una fotocopia
apro rubinetti, chiudo serrande
bazzico nei recinti di mozziconi
un pazzo sorride ai salti delle pulci
all'odore dei papaveri spaventati
agli spaventapasseri metropolitani
la città è chiusa
le teste sono chiuse
e il lattoniere mi chiede
hai per caso visto la lattaia
che poppe?
L'ho invitata al cine, ma lei
non esce dalla vasca
intasa le tubazioni
ed ho risposto benevolmente
è tutto un immondo sottoscala
è solo un sottoscala
è lì che crepa l'esistenza
lì, dove i ratti trattano
io ho un corpo, ho un'anima
che non distinguo
attraversati da ombre
spumeggianti.
Come sarà, come sarà
sotto la scorza
il primo giorno di un' estate
dentro la boscaglia come cinghiali
annusarci le cosce
mi sparerei centomila...
appunti su foglietti volanti
lungo le praterie
le gabbiette, i gabbiani, le ochette
tutti con il cappio di N.S.G.C.
litanie che s'odono come cancrene
guastare milleni senza tivù.
Dove sono, dove vado, ho smarrito
la botte di scemenze
il salvadanaio di scorzette
il nero bitume dei piatti
ho smarrito
le consonanti nelle discariche
la quintessenza nelle casematte
non sono uno che guarda le coppie in amore
ho solo smarrito gli stuzzicadenti
in un prato d'aghi di betulla.
L'Asia mi parla nel sogno
dei miei fratelli morti
e l'Artico ribatte i tappeti
con scanzonata meraviglia,
il mio culo c'ha i calli
a forza d'amoreggiare con sedie
prive d'umana comprensione.
Il divario scorre
tra giochini e indovinelli
c'è una vespa che piange
e una sirena d'amianto che vomita
e questi ubriaconi sulle transenne
hanno volti d'intonaco
appesi all'alta tensione.
Arduo travolgere muri
scendere nelle piazze
fotografare cortiletti
versare yogurt sul pavimento
raccontare ai nipoti le strisce stradali
sputacchiare periferiche ansietà
fare per fare, finchè
le nostre ossa saranno sabbia
le nostre parole del tutto simili
le nostre parole dissimili
eravamo bocciati o promossi
ma ora per sempre sbocciati
verso la sfioritura, verso
questa breccia, fessura, taglio
mi si sono sfregiate le spalle
nel tentativo d'entrare
signorina morte
fottuta compagna
dio dei cieli, dio delle stringhe
sorella morte, nonna morte
maestra di vita
insegnante di storia.
MA VA!
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mamma mia quant'è lunga....potrebbe essere considerata la John Holmes delle poesie...bel primato....e poi le ochette....ah, le ochette sono come le paperette...animaletti per divertenti...scherzi a parte...non tutti qui la saprebbero scrivere così lunga e intensa e senza un errore di ortografia....(ne faccio perfino io....ma è il mio residuo di saggia ignoranza che ogni tanto starnanza....o si dice starnazza?)
Bravò(come si pronunzia in semitico con l'accento sulla ò)
Nicky

il 05/12/2009 alle 00:53

si dice starnazza, lo so di per certo, essendo stato un anatra nella mia vita precedente. Graziè per la paziente lettura! ciao nicky

il 05/12/2009 alle 09:03