All'osteria da Tilla
ti svegliava il sole
in un rito antico
accarezzando le gambe nude sulle scarpe
le rose rosse intorno al collo
eri donna
fiorita in un bustino
ad apparecchiare nei giorni di mercato
l'amore stretto nel coro degli alpini
spezzando il pane sul tagliere
scivolando sul tuo colletto largo
nella curva dolce del suo cuore
poi andavi nella topolino blu
sulla coda dell'estate
l'ombra dell'inverno a fare freddo
lasciavi i ricordi
ai bordi della bocca
in uno straccio che era una carezza
su una malinconia sottile
in una vita piccola
in una cravatta gialla
e ti facevi biscia
nell'erba del fossato
col vestito a fiori di tua madre
cedendo alla forma delle cose
con un nome da città
sempre più bella.