Uno più grosso e poderoso l’altro esile ed elegante
erano i bastoni da montagna di mamma e papà.
Stanno lì nel porta ombrelli con i manici ricurvi,
qualche volta li prendo in mano e….
Guardo e accarezzo i manici consumati e lucidi
lisciati dalle mani nelle camminate nei boschi.
Pronto per girovagare nei grandi boschi Sloveni
alla ricerca di funghi, preso l’amico di mio padre
per il manico e confortato dalla sua presenza m’inoltrai
nel bosco.
Camminavamo sicuri per incerti sentieri
segnati dal passaggio dei caprioli, lasciata la pista
presi a scendere per una pineta scoscesa,
aiutato dal bastone cominciai a raccogliere funghi “porcini”.
Preso dall’emozione continuai la discesa impervia fino ad
arrivare nella profonda valle.
Un lampo molto forte mi mise in allarme, questo temporale dovevo aspettarmelo.
Tirai fuori dello zaino la mantellina e cominciai la faticosa risalita.
Nel risalire mi accorsi che avevo perso il bastone da montagna,
piantato nel muschio del terreno perché non scivolasse a valle, l’avevo dimenticato.
L’oscurità provocata dalle nuvole basse e la pioggia intensa, mi fece desistere
Dal cercare “mio padre”.
La stessa fine fece il bastone della mamma.
Forse la mia non era una dimenticanza, per bastoni così preziosi.
Ora gli penso liberi e sicuri, piantati in terra in quelle pinete immense
Sicuramente avranno dato voce per chiamarsi come sempre avevano fatto, attraverso l’aria e la terra accomunati nell’essenza delle cose del tempo.
Sorridono della mia negligenza.