PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Jul
Pubblicata il 28/01/2009
Procedeva sulla parete rocciosa
con agilità di gazzella
inchiodando la presa
in fenditure di smalto magenta
scintillanti dardi accecanti.
Fremeva la montagna
sotto i colpi sicuri
inferti da quello scalatore
più testardo dell'ariete.
Aria rarefatta finissima
forava l'ossigeno
ma non smontava
quell'ardire da ubriaco spericolato.
In fondo, la valle, assisteva paralizzata
a quell'impresa temeraria
e piccole, aguzze rocce,
adiacenti i fianchi del gigante nero,
vegliavano la pericolosa ascesa.
Ancora qualche decina di metri...
S'arrestò di colpo.
In un anfratto vide qualcosa sporgere
da una lamina di roccia sgretolata:
un nido con piccoli aquilotti
ma i piccoli eran tutti morti
e l'uomo, disorientato,
mise un piede in fallo
e scivolò con l'altro
lungo un costone laterale.
Non si rialzò più.
Un gelo improvviso
lo avvolse in una morsa glaciale.
In un attimo rivide la sua vita:
l'orfanatrofio,
l'adozione,
la ribellione,
l'affermazione,
l'amore,
di nuovo il tradimento,
l'abbandono.
Lunghi fantasmi rossi e bianchi
lo circondarono con veli
imbiancati di calce trasparente
introducendolo nel sacco-sepolcro
mutato in mongolfiera
per trasportarlo nel punto più alto,
l'ultima vetta prima dell'altra vita.
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L'onnipotenza dell'uomo che vuole sfidare il divino nell'immensa lotta con i propri limiti e che viene" tradito "proprio dalla pietà, dalla sensibilità del suo essere davvero uomo.
un caro abbraccio
lilli

il 28/01/2009 alle 08:07

una gran doppia sfiga (aquilotti e scalatore) per altro ben descritta

il 28/01/2009 alle 08:42

Ci vedo una certa simiglianza alla Torre di Babele,
nel senso che gli aquilotti morti, la morte, spinge
a terra la sete delle grandi altezze, ma la meta è
solo rimandata non preclusa, tenterà ancora nella
prossima incarnazione, perché è quella la meta del
lungo viaggio. Bella e piaciutissima!
Abbracci
Vincenzo

il 28/01/2009 alle 09:28

Un rocciatore temerario
metafora dell'uomo e dell'ascesa, sino alla radice del creato. Che nn ci è dato raggiungere, nn sotto questa forma umana, quanto meno

smack
li

il 28/01/2009 alle 09:44

un racconto poetico su destino beffardo e gli aneliti dell'uomo, non sempre vincitore...
Un abbraccio caro
Axel

il 28/01/2009 alle 09:57

l'uomo in eterna ascesa, ricerca di se stesso mai finita, chi supera gli speroni rocciosi in armonia spesso rivive di un infanzia lieta condotto per la mano da Amore
struggente e vera questa rocciatura del pensiero, la chiusa mi ha ricondotta a un episodio della mia primissima giovinetta quando con un gruppo di escursionisti rocciatori portammo su una cima l'effige lieve di una Madonnina, e ritornando lassù dopo diversi anni vi ritrovai una targhetta con la foto di uno dei giovani che erano saliti su con me allora "Per primo hai raggiunto la vetta, dove con pazienza sorridente ci aspetterai"vi era scritto.Giovane vita stroncata agli affetti, ma crudele realtà dell'esistenza.Inutile dire che per tutto il tragitto del ritorno piansi.
ma tu guarda la lettura di una poesia, apetta mia, dove ti può portare!
Un abbraccio tenerissimo

il 28/01/2009 alle 10:02

Triste epilogo della vita di un uomo, già tanto provato, che raggiungendo alte vette si sarebbe
innalzato e allontanato, idealmente, dai dolorosi episodi trascorsi, avvicinandosi, nel contempo
al Divino.
Bella
Un caro saluto
helan

il 28/01/2009 alle 13:12
Jul

Si lilli, noi umani veniamo a volte traditi dalla nostra stessa pietà.
Un abbraccio,jul

il 28/01/2009 alle 13:45
Jul

E' la sfortuna dei buoni...

il 28/01/2009 alle 13:45
Jul

Si Vincenzo la nostra presunzione oltrepassa i nostri limiti anche nella reincarnazione.
Abbracci a te, Giulia

il 28/01/2009 alle 13:47
Jul

Metafora anche dell'elevazione che ogni uomo nel suo piccolo cerca.
smack
J.

il 28/01/2009 alle 13:48
Jul

Si Ax il destino è beffardo e si prende gioco di noi poveri mortali.
Abbraccio a te, Jul

il 28/01/2009 alle 13:49
Jul

Mi commuove il fatto che la mia visione ti abbia riportato a quell'episodio della tua giovinezza, ecco perchè scrivere oltre che comunicare aiuta a pensare alla nostra vita e lo spazio-tempo s'arresta nell'istante del ricordo che diviene evento rinnovato.
Un fortissimo abbraccio, Giulia

il 28/01/2009 alle 14:03
Jul

Grazie helan, è esattamente quello che volevo dire.
Un abbraccio, Giulia

il 28/01/2009 alle 14:04

Non so perchè, ma mi è venuto istintivo ricercacare una mia poesia e lasciartela come omaggio a questa tua bellissima che fa meditare.

AQUILIZZANDOMI

Scusami se son salito fin quassù
portando scompiglio al tuo mondo.

Non temere per il tuo nido
non sono un predatore di vite altrui.

Mi siederò su quella rupe
lontano dal pigolio affamato.

Decolla serena nelle correnti
io rimarrò qui nell’immobilità del meditare.

Al tuo ritorno se non sarò più qui
non chiederti se ho imparato a volare.

Un grrrrrande abbraccio
Cesare

il 28/01/2009 alle 15:04
Jul

Vedi caro Cesare qual è il profondo significato delle "Forze gravitazionali"? Noi poetastri ci ritroviamo sempre.
Abbraccio, Giulia

il 28/01/2009 alle 18:04
ram

Il dispiacere, provoca la morte.
Scalare la una montagna è un modo
di vivere liberi, affrontando la fatica
più dura che un uomo possa sopportare.
Ed ogni donna o uomo che crede alla libertà,
è altruista.

Buona notte Davide

il 28/01/2009 alle 22:39

Quando le nostre forze terrestri non bastano, allora si ricorre all'immaginazione o forse questa è la realtà?Dura la tua poesia ma sentita fino in fondo. Claudio

il 29/01/2009 alle 04:20
Jul

Concordo con te.
Buongiorno, Giulia

il 29/01/2009 alle 13:16
Jul

Dura come la vita Claudio, grazie.
Giulia

il 29/01/2009 alle 13:17

mi è piaciuta tanto
ma..
chi ha ucciso gli aquilotti?

sei sempre grande

nino

il 29/01/2009 alle 13:33
Jul

Il cattivo tempo...
Grazie di cuore nino,jul

il 29/01/2009 alle 16:52

Scelte lessicali da invidiare,tutto ha ritmo e "movimento".
Ma cos'è esattamente quell'altra vita?
Bella,Horizon.

il 30/01/2009 alle 17:11
Jul

Grazie Horizon! La domanda la devi porre al Supremo, noi non possiamo saperlo.
Cari saluti, Giulia

il 30/01/2009 alle 18:36

Vorrei un giorno riuscire a scrivere come te...ho letto qualcosa di splendido...usando parole che ho sentito dire a Benigni, sei stata in un posto dove tutti possono arrivare ma i più non tornano indietro, o quelli che tornano non saprebbero raccontare che hanno visto facendoti provare queste sensazioni...eccezionale...complimenti, per me è stato un onore leggerti.
fabri.

il 31/01/2009 alle 20:32
Jul

E per me è un onore leggere il tuo commento.
Ciao fabri, giulia

il 31/01/2009 alle 20:46

Come le racconti te le storie non le racconta nessuno.

il 10/02/2009 alle 17:46
Jul

Perchè nessuno è uguale a me. Meno male!

il 13/02/2009 alle 15:36