Dai crateri di un sole malato
dardeggiavano nastri neri,
ombre sinistre oscuravano la valle.
un esercito di ranuncoli impazziti,
colando dai petali un improbabile giallo,
mi inseguiva rabbiosamente.
Suoni dodecafonici
offendevano i timpani,
un vento cattivo
asciugava il sudore
irrancidito della paura,
lacrime cristallizzate
sostavano, immobili,
ai margini degli occhi.
la passività degli arti
mi consegnava,
vittima innocente,
al mio nemico.
e gli alberi piangevano
per il mio sacrificio.
sulla roccia lontana
la maschera ghignante
del tuo sorriso di scherno.