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Pubblicata il 29/09/2008
Scura e deliziosa magia
che fondente si sprigiona
tra il palato e la lingua,
mentre piu' caldo e carnale
un solo voluttuoso pensiero
dalla profumatissima coda
sale lassu' diretto al cervello,
seguito da un brivido ambrato
che ora scende ondeggiando
dalla gola alla vita e alle gambe.

Assopito assaporo il piacere
e lascio alle care endorfine,
cullato tra il dolce e l'amaro,
la cura pagana del corpo.
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Jul

Gnam! Gnam! Deliziosa, sento il sapor del cioccolato che adoro, ma soltanto d'inverno.
Baci Perugina, Giulia

il 29/09/2008 alle 19:06

Il nome del "nobile alimento" deriva dallo spagnolo "chocolate", che a sua volta trae origine dal termine azteco "chocolatl" o "xocolatl". Derivato dai frutti della pianta del cacao (foto), originaria del centro-america, era gia' ben conosciuto ai tempi dei Maya, che gli attribuivano grande importanza. In realta' all' epoca dei Maya non esisteva ancora il cioccolato nelle forme che conosciamo oggi, e i frutti della pianta venivano utilizzati per produrre una bevanda (lo "xocolatl" appunto ), molto aromatica e un po' amarognola, a cui vanivano riconosciute proprieta' stimolanti e meravigliose, addirittura magiche.

Saluto
PavoneGrigio

il 29/09/2008 alle 19:48

L'origine linguistica delle parole cacao e cioccolato
Una tazza di cioccolata caldaLa pianta Theobroma Cacao (nome scientifico del cacao) fu classificata da Linneo, considerando il nome che aveva e l'uso che se ne faceva presso le civiltà che la utilizzavano all'epoca: cacao cibo degli dei.

Il cacao, nella lingua della famiglia mixe-zoqueana che parlavano gli olmechi attorno al 1000 a.C., si pronunciava kakawa. In epoche successive i maya, più precisamente nel corso del loro periodo classico (fra il III secolo ed il X secolo), iniziano a chiamare il theobroma "kakaw". In quel tempo si cominciavano a miscelare alla bevanda aromi di varia natura, ad esempio il cili, e essa assumeva il nome di "ik-al-kakaw". A questo punto occorre introdurre alcuni elementi di fonetica. Nella lingua nahuatl che parlavano allora i maya, la desinenza "tl" si pronunciava "te" e "ch" aveva un suono di "c" dolce. L'accento tonico cadeva sempre sulla penultima sillaba. I maya amavano la bevanda di cacao preparata con acqua calda. Acqua si diceva haa, e caldo si diceva chacau. La bevanda di cacao assumeva il semplice nome di chacauhaa. Sinonimo di chacau era chocol, da cui deriva chocolhaa, sicuramente il primo nome che si avvicina allo spagnolo chocolate. Facendo un ulteriore salto, arriviamo alla conquista spagnola della seconda metà del XVI secolo dove si consumava una bevanda per metà di cacao ("cacahuatl") e per metà di "pochotl" che prendeva il nome di "chocolatl" ('chocol' di radice maya che significa caldo e 'atl' di radice azteca che significa acqua, pronuncia ciocolate). In ogni caso, perché gli spagnoli per indicare le bevande a base di cacao non accolsero "cacahuate", ma preferirono adottare "chocolatl"? Questo fatto dipenderebbe da quel fenomeno per cui le parole di una certa lingua possono avere suono e significato inaccettabile in altre. Il termine «caca», in spagnolo è un'espressione volgare, connessa con le feci e non poteva essere tollerabile un suono del genere per indicare una bevanda consumata prevalentemente dall'aristocrazia e dalla nobiltà reale, soprattutto se riferita ad una bevanda densa, marrone scuro e originariamente amara!
Una seconda teoria fa derivare la parola dal dio Azteco Quetzalcoàtl, che secondo la leggenda donò ai mortali il seme del cacao per farne una bevanda amara, energetica e afrodisiaca. Secondo tale teoria da qui deriverebbe il nome del seme cacahuatl e poi anche di chocolatl.
Una ulteriore teoria, che sembra la meno credibile, parte dall'etimologia proposta da Thomas Gage (peraltro molto utilizzata in campo gastronomico), in cui oltre al termine nahuatl atl si aggiunge choco, onomatopeico che indicherebbe il suono prodotto dal (molinillo) che agita la mistura durante la preparazione. Contrariamente a quanto si pensa, poi, il termine molinillo non sarebbe il diminutivo dello spagnolo molino (mulino), che effettivamente ha poco a che fare con il movimento che occorre per preparare il cioccolato, ma dal verbo nahuatl molinìa, che significa muovere, sbattere ed agitare, da cui deriva anche il sostantivo moliniani, che indica ciò che è si muove o che si agita.


il 29/09/2008 alle 21:28

Si. Ciao. L'orcolaconico.

il 29/09/2008 alle 21:48