Scivoliamo lentamente
verso il passato
e sempre più
si allontanano da noi
le figure amate,
e negli improvvisi silenzi
le nostre vecchie mani
tremanti
chiameremo,
a separare i minuti dalle ore.
Scivoliamo lentamente,
su strade lucide e diritte,
nei fossati incolti
secchi e spinosi arbusti
a contorcersi sulla propria sorte,
a strappar con rabbia
al ruminar del giorno,
qualch’altro gramo attimo di vita,
un altro senso,
un’ illusoria necessità.
Scivoliamo lentamente,
e dentro di noi
tenui favole vissute,
la levità delle acque sorgive,
e la dignità dei leoni africani,
lo sguardo fermo al tramonto,
sino al calar delle tenebre,
le antiche ferite chiuse nel petto
e l’aria fresca nella gola,
per accettare questo cammino
e sussurrare il vostro nome.