Lirica di Vittorio Fioravanti
Fra spire d’ambrato fumo
ch’esala nell’oscurata Venezia
l’uomo senza più alcuna
dimora fissa
ad ampie spalle
va apolide nero fuggiasco
oltre le sette
e più porte inchiodate
del campo ascoso
Scappa da una sgualdrina
fra le mani costretta
sul bordo d’un letto disfatto
e libri aperti lascia
su pagine forse mai lette
Una lettera su quelle righe
a nascondervi vinti segreti
tracce d’un fiore smarrito
parole spente
Sfida alla comprensione
o folle recondita lucidità
tra fili di ragni pregni
di pallidi raggi lunari
trama che resta in sospeso
d’epiloghi d’arte sanguigna
in grafici segni a matita
Ombre a perdersi
nell’acque ferme oltre il ponte
macchie stinte
d’un passato recente
su pietre da tempo consunte
va a passi indecisi
lungo le fondamenta
disegni d’orme inseguendo
d’un irreale marino
Caracas, settembre 2008
* * *