PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 22/09/2008
Visto da lontano
mi parve un'officina
dove si fa l'ultima scelta
del salvabile
-Privo di giardino
con qualche albero quà e là
come una follia provvisoria
-Mi colpì una gazza
che passeggiava
sul tetto delle macchine
e come a voler narrare l'anima
del posto
distante dall'uccidere
dal salvare, dal creare
il tutto confermato dai veloci passi
e dall'abulìa dei volti
come fuori da un tempo
che non li voleva
-Entrammo nella hall
vidi due portieri
che nel dormiveglia
si omaggiavano la noia
-Accompagnai mia madre
e nell'attesa la invogliai
a sedere su una panca
che sembrava una metafora
orientale del precario
ovvero della vita intesa
come sosta scomoda
per andare incontro al dolore
-Finalmente
uscì un'infermiera
truccata
con la faccia promossa
dal suo gioco d'anche
...ci allungò un foglio
e riqualificò le sagome
con un numero d'attesa
per spronare la memoria
della conta fuori della noia
e alleggerire qualche destino
-Alla fine mi dissi
oh! morte
quando mi chiamerai
fallo direttamente
non farmi passare
per l'inferno di quella
sala d'attesa
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dal volume: Voci dall'inferno
www.santhers.com
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