Miscele di acerbi vissuti
Impregnano vuoti sonanti
E bagni d'anonime luci
Risvegliano attezzose e rosse voglie.
Per antartiche scale mai scese
Risuonano afone urla
E sussurri consolano
Del giusto oblio negato!
Della sol certezza mi nutro
E il mesto scorrere
Di vita è fonte e foce
E con lente bracciate mai ferme,
come inutili appigli,
Mi lascio trascinare.
Odo volti perlacei
Che violano ragioni colpevolmente amiche
Nel viaggio che nessuno risparmia
Ma che voluta natura non accomuna.
Mai abbastanza oltre
La materia ci conduce,
Non per caso grigia
Ma che l'ego non sfuma,
E solitario mi ergo per l'ennesimo respiro
Poi immediato mi fondo
In un'altra molecola d'essere.