PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 14/09/2008
Mille sensazioni
traboccavano
dall'inquieta anima
che minacciava cupidigia,
pensai di farle defluire
in incanto di poesia e come volpe che
fugge a tiro di fucile dopo uno
sparo a vuoto,lasciai sul foglio
le impronte di fuga dei pensieri
ed
estasiati s'adagiarono
in attesa d'allori a sfidare il tempo

Orgoglioso chiesi anche per
far dell'ingegno gran vanto,parere
a un
luminare del campo
il Professor Zarraccumma,
gran fu lo sconcerto
non
solo al naso storto,di per se
già brutto e sinistro che mostrò e
in un
lampo con grugno a indicar
gravità d'offesa,sentenza lapidaria pose:
..
privo d'ogni metrica,
in effetti l'andare a capo
era gran disordine e
mai mi
balenò alcuna misura,almeno
per dar conforto agli occhi
ma la
genialità innata che neanche
allo scoramento più feroce
m'abbandona,mi
suggerì fulminea di
recuperare un vecchio metro
in ubbidienza a tante
precisioni
di mio padre
..perbacco ma il Professore
aveva parlato di
uno strumento
al femminile,pensai a un compasso
ma perdinci ancor più
maschio,
mi balenò..la riga ma sembrò
una minaccia che spesso avevo
udito quando volevano sopprimere
i miei eccessi e obbligar l'allineo
a
lor dottrina rigorosa... allor dissi
vaffanculo la poesia e da quel
giorno andai a capo quando
s'intoppava l'idea nel verso
o finiva il
foglio e chiamai
i miei scritti complice un accento
pòèsia, una specie
di parente
della più nobile arte sopra citata
..un'anima espressa un po'
più
rozzamente,diciamo una scrittura
agricola

[da "Pietre e utopie"]
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