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Pubblicata il 11/09/2008
E così stavano le ossa pietrificate
di uno scheletro putrefatto
quasi dissepolto dall'acqua scrosciante
di un temporale nel bosco.

I grumi di sangue impregnavano la terra
i tendini si mescolavano alle radici
mentre la carne putrefatta
saziava minuscoli predatori dell'oscurità.

Le mosche e le larve strisciavano
sul corpo putrido come sciami
come se fossero un unico essere in movimento
stolido nella sua ricerca di cibo.

Le mani gelatinose ancora strette
la mascella del teschio semidecomposto
ancora atteggiato in un grido smisurato
l'untimo suono che aveva squaciato la notte.

Per anni la terra si era impregnata di quel marciume
che si era fuso col fango misto a sangue
che era penetrato in profondo
mentre la carne marciva.

Ora la pioggia aveva portato alla luce il suo puzzo
come i segreti del passato che vengono dissepolti
senza che fosse quello lo scopo e che spandono il loro fetore
e impongono la loro presenza come lo sterco in un campo.
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Forte, ma efficace, il raffronto tra il corpo, che affiora per caso e mette in mostra le parti già consunte e trasformate dal tempo, e quel segreto violato, macerato, riportato a galla lontano dalla verità.
Hai una voce imperiosa, nata dalla capacità di entrare dentro le cose per coglierne la vera essenza.
Ciao, mati.

il 14/09/2008 alle 00:50

Grazie :-D

il 14/09/2008 alle 14:55