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Pubblicata il 09/09/2008
"Parve a me, nel sogno,
che a fiotti mi sgorgasse
il mare dalle vene
come da lama recise.

Mi bagnava,
era acqua placentare
di nascita novella,
o fluita da costato
a suggello di morte.

Era mare o sangue
il liquido che m’inzuppava il petto
le mani, l’orlo della veste...

Fiori vermigli sbocciavano
sul mio corpo di terra,
di sabbia, di cielo
e tu, quel velo che a sindone
m’avvolgeva e, quale sortilegio
inspiegabile, divenivi me stessa.

Qualcosa di strano accadeva,
forse un germe di pazzia,
o la soglia di una geenna sconosciuta
si spalancava per accogliere le mie spoglie
giacché non avrei più vissuto pienamente
senza le perle delle tue parole

Schegge di vetro sui muretti della sera
divenne il sogno adamantino
che rischiarò di fiaccole la notte
quando invidiavo la leggerezza delle nuvole
il fulgore freddo della luna.

Quando scrutavo le linee del mare,
per sapere se quel giorno
avrei vendemmiato grappoli d’amore
per estinguere il desiderio di te
che mi asseta e dissangua."
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I fiori vermigli sbocceranno sempre davanti a te e nelle tue meravigliose poesie! Anna carissima ciaooooo! Giorgio

il 10/09/2008 alle 00:27

Grazie uomo clorofilliano

il 10/09/2008 alle 06:28

grazie Discri..un caro saluto.anna

il 10/09/2008 alle 06:29

Il vermiglio di quei fiori s’accende spesso nei tuoi versi e lascia una scia particolare, densa della tua sensibilità poetica.
Un caro saluto, mati.

il 13/09/2008 alle 01:02

sei sempre dolce e conforti tutti con un tuo atteso commento, grazie cara mati..un bacio,anna

il 13/09/2008 alle 08:04

più la leggo è più mi piace...
Qualcosa di strano accade anche a me, ma nonè un germe di pazzia, è la lucida consapeviolezza di aver scovato una goccia di vibrante intensità, proveniente da una florida sorgente!
Saluti

il 20/09/2008 alle 10:55