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Pubblicata il 05/09/2008
Si chiamava Franco Bullone
e tutti lo prendevano in giro
per quel nome strano
-Mangiava aria e miseria
che masticava nel silenzio
..beveva il pianto delle ironie
che subiva la sua intelligenza
-Aveva anche un'amore
che non lo completava
anzi gli sottraeva con aspettative
di gloria la poca pace
nascosta tra mura insulse
di povertà tramandata
-Giocava d'anticipo
con un sorriso strano
a spezzare l'ilarità
degli implacabili
-Cercò nelle intemperie
la ruggine per confondersi
tra le cose inutili
e con esse quel nome
lontano da ogni prestigio
-Un giorno passò una rondine
che lo invogliò a partire
..se ne andò in America
e si chiamò Franak Buhll
-Con nuova identità
e l'affetto d'altra madre terra
trovò sentieri che in tempo breve
lo portarono alla vetta più alta
-Passarono gli anni
e una sera si ricordò
del natio nefasto luogo
lo pensò come una virgola anomala
posta infinita pausa sul male,
sputò per terra e con una penna
fece un grosso lago nero
su una cartina geografica
poi in mezzo una croce
e abbassò il pollice
lo schiacciò con rabbia nell'inchiostro
--Seppi la storia e mi venne
come al solito lapidario da dire
....tanti emigranti hanno una bomba
di nostalgià sotterrata nel cuore
pronta ad esplodere
e la miccia è tornare nei posti d'origine,
ecco perchè di tanti si è perso ogni traccia
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Da:Un temporale acclamato con nuvole dirottate
www.santhers.com
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