*Certo, l'esempio e' logicamente implicito,
coadiuvato naturalmente dai fatti, e' vero
anche che molti genitori irreprensibili, sotto ogni
aspetto, demandino ad altri le attenzioni "emotive"
dei figli, perché troppo presi, vuoi dal lavoro, vuoi
dai mille impegni; i risultati possono essere spiacevoli;
che la famiglia e le esigenze siano cambiate e' un dato di fatto... causa/effetto.
Grazie per le tue acute considerazioni
Summertime
E' un dilemma infinito...
Branco = Maltrattamenti
Genitori = Figli
Educazione = Scuola
ecc.
ecc.
La tua poesia tocca in questo momento il cuore di una bambina che a suo tempo subì piccoli maltrattamenti: la donna di ora, cresciuta, comprende quanto siano stati inezie...
Ma, ahimè, pesano ancora.
A mia figlia adesso insegno a essere forte a al tempo stesso leale e "buona".
Credo nella famiglia: famiglia che il nostro Stato è il primo a disgregare...
Bella lirica.
Un bacio.
Pau
*Cara Pau, l'argomento tocca
mille sfaccettature..
Si cresce, molto viene ridimensionato e sdrammatizzato; ma certe angosce, paure
persistono..se siamo noi i primi amici dei
nostri figli, i loro confidenti sicuri, si sentiranno
davvero amati e considerati..
Ti ringrazio di cuore
Un bacione Summer
Mi sembra molto ben scritta. Però ritengo che il fenomeno del bullismo sia indirettamente e inconsapevolmente alimentato anche dalla mentalità dei genitori che spesso si gloriano delle spacconate dei loro figli. Ad esempio, ricordo che una sera in pizzeria, un papà si beava che il figlio di circa 4/5 anni pronunciasse ripetutamente e scioltamente parolacce a tutto spiano. Non solo il papà rideva a crepapelle, ma incitava gli adulti seduti vicino a lui a fare altrettanto. Mi chiedo: se i genitori non sono i primi ad educare, riprendere e suggerire comportamenti irreprensibili, chi dovrebbe farlo al loro posto? La scuola, o gli amici dei loro figli? Saluti, Fabio.
*Hai assolutamente ragione, a me
é capitato di assistere a un episodio molto
similare a quello da te descritto, evidentemente
non sono casi isolati; basta pensare ai tanti
imbecilli esaltati che vanno allo stadio, per
far tutto tranne che guardare la partita...purtroppo
anche questi hanno figli e non oso immaginare i
tipi di discorsi e di chiamiamola educazione, impartiscono loro..
non si nasce violenti..lo si diventa.
Alcuni insegnanti sensibili e
coscienziosi cercano di colmare le varie falle,
a volte con successo, ma altre, sono costretti alla
rinuncia da chi rema loro contro..
Ti ringrazio per il tuo attento apporto
Summer
Poni sul tappeto un problema interessante, da affrontare con molta delicatezza nei confronti di chi lo subisce, e col pugno forte verso chi consuma atti di violenza in forme diverse, allo scopo di sottomettere e di umiliare i più deboli.
Da sempre i cosiddetti bulletti compiono giochi amari nei confronti dei ragazzi più insicuri.
In certi ambienti è quasi un rito che avviene sotto gli occhi di tutti, un dèjà vu che molti cercano di minimizzare, dicendo la stupida frase "è solo un gioco che aiuta a crescere più forti".
Invece, è già un grosso seme di violenza che può diventare una pianta malefica, e che per tale motivo va sradicato, fin dal nascere, da tutti coloro che ne sono a conoscenza.
Al bando i sorrisini di compiacenza dei genitori, l'indifferenza del passante o il lassismo degli educatori, occorre tessere una fitta rete di attenzione per certi comportamenti deviati e devianti, ed ognuno deve farsi garante della protezione e della crescita dei ragazzi, senza affidare deleghe ad altri e senza sottovalutare il problema.
Grazie, per avermi dato l'opportunità di fermarmi su un argomento che mi sta molto a cuore.
Un abbraccio, mati.
*Cara Mati, la tua esamina e' come sempre perfetta..parole che bisognerebbe riportare
a caratteri cubitali, e non stancarsi mai di ripetere
a chiunque..come ha sottolineato Paula, lo Stato e' mancante, come direbbe Totò "e' mollo" e non usa "il pugno
forte" verso chi consuma nauseabondi atti di violenza, figuriamoci la disattenzione verso i cosiddetti bulletti..
Grazie di cuore a te, affettuosamente Summer