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Pubblicata il 26/08/2008

Vorrei parlar con te
come si parla a un cappero
quando s’è fatto fiore

Due splendide parole
postillano le labbra
e le radici in erba

amare sono già

Un azzurrino flebile
tinteggia nei pendii

Aspetta che l’aurora
di rosa si scolori

Di foglie tenerine
lo spizzico commette
tra pietre in decolleté

E quando mano coglie
non è ancora aperto

Ma un attimo ci vuole
e quello spunterà

Così io chiedo a te:
Ti colgo frutto o fiore?

Ma mentre te lo chiedo
trascorrono le ore

e il sole ha già deciso
di rivestirsi luna



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Mi vien da dire "capperi" che originalità!
Un grrrrrrande ciao
Cesare

il 27/08/2008 alle 08:47

ciao Cesarone..
ma tu fai parte della famiglia Cesaroni?
:) ti abraccio Grande

il 27/08/2008 alle 13:01

Sono andata a controllare una pianta di capperi che spontanea s’affaccia nel mio rettangolo di terra, tutto risponde alla verità del tuo poetare.
Ti dirò che provo pena a pensare di mettere i capperi sotto sale, come è d’uso dalle nostre parti, dopo che tu li hai cosparsi del miele dei tuoi versi.
Un sorriso, mati.

il 03/09/2008 alle 00:27

ma quando io dico che l'amore è un cappero
mica scherzo... dolce e amaro
fiore e ... frutto.

il 03/09/2008 alle 08:57