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Utente eliminato
Pubblicata il 08/08/2002






Fin sull'argine ingrossa la vena,
che giunger fanghiglia da valle,
di mota grigiastra,di zolle
rossastre che porta la piena
vediamo fin quasi al trabocco.
E scroscia la pioggia da giorni,
fermarsi non vale a guardare
il cielo che nubi a migrare
coprendo sospinte dettagli
d'azzurro non danno respiro
di luce alle strade allagate.
La ghiaia una fossa scavarsi
un rivolo d'acqua lasciando
somiglia ad un fiume piccino;
gode il bambino
che colla barchetta dipinge
scenari ed il viso rallegra
fra i ciottoli in preda
all sua meraviglia.
Sui sassi bianchi o di ciniglia
tinti s'arena la carta piegata,
la' dove un cumulo sporge
a fiore dell'acqua;e sorge
sul viso del bimbo un sorriso
che vede,spiaggiato,il veliero
grandioso riprendere i flutti:
una spinta del vento sovviene
in aiuto alla piccola mano
prestata in soccorso e nell'atto
le piccole dita precede.
E l'urlo del vento succede
di nuovo piu' forte,men forte
fra i rami strumento leggero,
o mugghiar tra le mura costretto
della borgate sibilando s'ode
furioso guerriero che prode
la vampa non teme ne l'acqua
che batte sul grigio pantano.
Salgono foglie sui viali,
lungi si vedon gli strali
lampeggiare lontano di la'
dal tortuoso sentiero che mena
del poggio all'altura,
e il cuor s'impaura
del coniglio che torna al covile.
Volano i passeri,bassi
nel grigio cortile e dirotta
cade la pioggia sui panni
candidi bianchi distesi
che qualche spiraglio di sole
aveano intravisto nel cielo
cader sulla fradicia stoffa.
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