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Pubblicata il 26/07/2008
un dondolo cinguetta sinistro dalla veranda del killer
un’algida villa bianca
di lusso compatto
bloccata dal sole
braccata dai silenzi elettronici
angoli chiusi e fotocellule estive.

una mosca impaurita ronza speduta nell’ansia del killer
sopra un divano buio
tagliato a fette dalle veneziane
il killer non dorme
ma soffre la canicola muta
spiando la vita tritata dalla noia
spietato si accende il suo ultimo drink
e svuota il sole perduto giù nello scarico
tra i nobili intenti del solipsismo ubriaco
e la malinconia di un impiccagione appassita;
sogna una passione isterica come un’altalena bizzarra
oppure fango che sfronda le viscere di una donna mancata
oppure ride pensando alle zebre o a un tizio a cui manca un orecchio
ma la sua vita non si risolve più e sta marcendo come petrolio che non risponde

così cinguetta sinistro il dondolo dalla veranda del killer
quasi un sipario a coprire il rumore
e un ragazzino ci passa davanti sulla sua bici rossa
e per un momento lo sente,
quasi rallenta
ma in testa ha già un gelato al limone
che pedala lontano
portandolo via
in salvo tra i soffioni confusi in attesa dell’ombra
del dubbio.
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Scoppiettante per quanto riguarda le parole in libertà.Le ultime righe sono da lodare.Complimenti

il 26/07/2008 alle 21:56

fuori dagli schemi fin ora presentati.
ha il sapore di una traccia per un racconto più articolato
come sempre un ottimo testo.
rst

il 27/07/2008 alle 13:30
dck

Ho solo il 19% di possibilità che tu legga il mio commento.
Ma ci tenevo comunque a dirti che questa 'cosa' è strepitosamente bella.

Hi Talus

Dck

il 27/07/2008 alle 18:31

Una forza di scrittura non indifferente la tua, va oltre il consueto, come a volere cogliere in un unico abbraccio la direzione dell’ombra e della luce.
Ciao, mati.

il 28/07/2008 alle 00:20