PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 18/07/2008
Beve, ma troppo.
Non conosce se stesso.
Supera notti.
  • Attualmente 5/5 meriti.
5,0/5 meriti (1 voti)

Io mi accontenterei di superare i giorni
le notti non sono mai state un problema

Smack
liz

il 18/07/2008 alle 10:51

finchè il fegato lo consente...

il 18/07/2008 alle 12:14

Ma ognuno è diverso dagli altri...

il 18/07/2008 alle 12:14

Forse perche' conosce
troppo bene se stesso..
ciò che vede, in se', non gli piace
allora..beve..ma non per dimenticare..
ma per avere la forza di andare avanti..

B & b Summertime

il 18/07/2008 alle 13:12

... ad esempio, per me bere qualche bicchiere
di puro Manduria la sera davanti a sto c... de
computer, mi ha salvato la vita. Ha fatto si che la mia Katia mi sollecitasse a fare degli esami.
"Er fegheto", come dice Giggi Proietti, era apposto,
mentre, l'esaminatore per caso, ha scoperto che
avevo 2 e passa litri di liquido nel cuore.
Poteva scoppiamme tutto dentro e morì senza
saper perché. Invece, tracimato il liquido,
ecchime qua. Più vivo e più
fijo de na mi..camia de prima. Ah ah ah.
Che libidine rinascere.
Ciao Caro Nemo
zio

il 18/07/2008 alle 14:47

"Io bevo per dimenticare"

"Per dimenticare cosa?"

"Che bevo".

il 18/07/2008 alle 15:16

Una pluasibile spiegazione.
Grazie.
N.

il 18/07/2008 alle 15:17

Allora vedi che aiuta bere?
Mi auguro Elegia (il vino che bevi...).
Auguroni e un caro saluto
N.

il 18/07/2008 alle 15:19

Quella fa le rane...dicono.
Est modus in rebus...
Ogni tanto, un po'.
N.

il 18/07/2008 alle 15:20

Una ragione quasi sillogistica per continuarlo a fare, allora...

il 18/07/2008 alle 15:21

ma se si conscesse smetterebbe veramente?
ogni giorno, solo un altro giorno
perle queste tue ultime
rst

il 18/07/2008 alle 16:07

Non lo so. La spirale dell'alccolismo ha un inizio e quasi sempre una sola e certa fine.
Grazie del complimento per le mie ultime poeise.
Hanno una matrice unica: la solitudine.
Le vesti sono diverse come diverso è ciascuno di noi.
Un caro saluto
N.

il 18/07/2008 alle 16:12

Lui beve troppo....
conosce bene se stesso..
mentre il fegato si buca...
Meglio lasciar perdere!..
Buon pomeriggio Ernesto!
Alla prossima! Dora

il 18/07/2008 alle 17:39

Claro que si!
Buon we
liz

il 18/07/2008 alle 17:50

Non come dovrebbe, cara Dory. Se no, non lo farebbe.
Buona serata
N.

il 18/07/2008 alle 17:58

A mio parere, più che non conoscere stesso, un alcolizzato non vuole RIconoscere se stesso!
Bere appunto per dimenicare, ma non solo i dolori.
E un alcolizzato, superando ogni limite, fugge le notti, fugge la vita.
Ma è solo un mio parere (forse non poi così "parere") e da prendere in considerazione...
Un abbraccio per la poesia.
E un "caloroso" saluto al Poeta.
Pau

il 18/07/2008 alle 19:05

Si ri-conosce solo qualcosa che si sia già conosciuto!
Splendide,a tal proposito, le pagine di P. Ricoeur nel suo ultimo libro.
Bere, a volte, aiuta a fuggire nel tempo e a ritrovarsi con ore passate dietro, anche inconsapevolmente, e con un futuro, quindi, più limitato davanti.
Tempo sottratto a una vita che va da sola.
Ed è già qualcosa!
Un abbraccio poetico.
N.

il 18/07/2008 alle 20:39

Tutti siamo stati "bambino".
E un alcolizzato, prima di diventarlo, ha avuto un passato da astemio o da consumatore moderato.
Sicuramente ha avuto un conoscenza di se stesso, anche se parziale, sgradevole, motivo per la quale può essersi rifugiato nell'alcolismo.
Ri-conoscere se stessi vorrebbe dire tornare al punto di partenza e poter scegliere un'altra strada, magari migliore.
Leggerò Ricoeur.
Grazie.
:-) Pau

il 18/07/2008 alle 21:56

Non per insistere: ma a volte avvenimenti esterni a lui possono averlo indotto a percorrere la Via dell'Alccol come tentativo di fuga daquella sua realtà che lo stava sopraffacendo, dal quotidiano, dal difficile momento, dal vissuto., dai suoi ricordi, dai suoi sogni infranti.
Lì si annidiava la conoscenza del suo Sé che avrebbe dovuto ri-conoscere. Per superare il tutto con sobrietà classica e oraziana.
Ma non c'è riuscito.
Dico ancora: cadere in un vizio è anche un segno di grande debolezza e di grande isolamento dagli altri:sc.: solitudine.
Avendo qualcuno/a vicino può aiutare.
La deboscia è altra fattispecie.
Segnalo: Paul Rocoeur, Percorsi del Riconoscimento, Raffaello Cortina Editore, 2005.
Una buona giornata e un bacio
N.

il 19/07/2008 alle 06:00

Abbiamo due visioni del mondo e degli esseri assolutamente inconciliabili. L atua resta una prospettiva dura, fredda, cinica ma di chi detenga la verità.
Mi fa piacere per te.
Vuol dire che nella tua vita hai sempre avuto ragione e sarai circondata solo da persone che ti amino sinceramente e ti reputino detentrice della verità.
Quid melius?
Sed... quo usque quo?
N.

il 19/07/2008 alle 13:31

Consequenziale al tuo commento.
Non con questo implica ungiudizio complessivo su te che, come ben sai, non conosco dipersona e neanche attavreso una smplice conversazione fonica.
Ma ognino di noi reagisce di fronte a certe problematiche o ponendosi come interlocutore/interlocutrice o come assiomatico giudice.
Il primo è possibilista; il secondo, no.
Mi è sembrato il tuo proprendere per il secondo che non condivido.
Tutto qui.
N.

il 19/07/2008 alle 16:23

Concordo su tutto... e praticamente in linea con quel che sostengo, ma con parole diverse.
Anche questo argomento interessante... ampliabile "ad libitum".
A presto!!!
Pau

il 19/07/2008 alle 17:56

ed è proprio la paura di conoscere se stesso che lo porta a bere....
e lui il primo a giudicarsi negativamente ed è per questo che diventa un alcolista
livello d 'auostima...zero
ciao olly

il 22/07/2008 alle 14:52

Convengo.
Per uscrne... bisognerebbe avere "fegato"! Proprio quell'organo interno che lui mina e distrugge.
Ecco perchè non conosce bene se stesso.
Grazie.
N.

il 22/07/2008 alle 15:28