PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 16/07/2008
Non ci è dato sapere
del mondo perduto
dietro gli occhi.
Milioni.
Senza colore.
Appesi a un filo spinato.
Parole da inventare
descrivono
l’indescrivibile.
I figli
straziati
macellati
strappati
scagliati in un abisso
di fredda
e torturata miseria.
Era facile
per un bimbo
sfuggire ad Auschwitz.

Non conosco
la sofferenza
di luoghi senza ritorno
dove morire
è l’ambito ristoro.
Esentati
e risparmiati
al sicuro
in un’altra era
noi
graziati dall’angoscia
conficcata a forza
nella carne viva.

Insegno ai figli
quello che posso.

Ma non m’è dato sapere.

La mia pena
è l’unica cosa
che conosco.
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Non oso immaginare...
ci sono andata più di una volta
silenziosamente, in visita
in quei luoghi

Ed ogni volta mi assale un moto
di rabbia, dopo quello d'orrore,
di disperazione, di smarrimento di paura
di inconcepibile frustrazione
Guardi le foto appese, entri nei luoghi del massacro,
cammini ancora sopra i resti di ossa bruciate
L'unico suono presente a maggio era quello delle rane nello stagno; di fronte al forno crematorio 2
tutto il resto erano silenzio e lacrime

Ciao
liz

il 16/07/2008 alle 13:48