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Pubblicata il 26/06/2008
Scivola la gente e osanna le strade riunite.
Da oggi il Brasile è un turgido covo
di armate festose.
Lungo rarefatte vie la fiumana
si abbandona,
circuendo l’anima a vedette scarnite;
le baracche per l’inedia sono erose
e c’è sempre un uomo celioso,
che di notte congiura con la morte.
In un anfratto sigillato da putridi voti,
Olimpia la piccola mano dilata
cedendo di schianto al suo persecutore.
Ballo è la ferita che cola
dalla pupilla inerte di una sambera.
Il carro della pace mostra adesso
una bellezza oriunda, con fianchi
e petto sinuosi.

Non ha difese la patria degli uomini;
Olimpia stordita, si accascia
nel più vile dei fragori.
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siamo sempre dietro maschere ,felici solamente di ciò che ci permette di cancellare i veri problemi ,quelli sta dietro le quinte ma premono inesorabilmente,sei volato sopra gli oceani riunendoli,tracci il solco con vecchi aratri ma hai rafforzato i muscoli ,mi piace sempre ariele

il 26/06/2008 alle 09:18

Bellissima.
I miei complimenti e la chiusa poi.... magnifica.

il 26/06/2008 alle 09:21