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Pubblicata il 18/06/2008
Noctar daunis
sciame celeste
prossimità
popoli antichi
foglie e silenzi
avvertimento di morte
la bestia ostile
rettili e artigli
centrata
la fiamma
sgombrato il terreno.
Distruggere
deboli viaggiatori sapienti
è barbaro arcano
congelare fermare
rendere immune
scrutare
pianeta sognato
scorrer distratto
comunicati di rotta
glaciazione avvenuta
niente da fare
ancora esitare
qualcosa si muove
e la domanda
improvvida e sana:
" si può sopravvivere
senza questo dolore ? "
" Quei primitivi hanno davanti un futuro,
non ci resta che scendere al suolo ".
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Conduci la tua poesia su un filo sottile, a cui non è facile attaccarsi, ma riesci a porre il lettore in una condizione di grande attenzione e curiosità.
Ciao, mati.

il 19/06/2008 alle 00:05

Mi hai letto dentro e questo mi ha profondamente stupito e colpito, grazie per il tuo commento e per la tua intelligenza che mi hai voluto dedicare.

il 19/06/2008 alle 08:25