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Pubblicata il 09/06/2008
Greve incombere d’ aria
sull’ abbandono del mondo
dove tocchi le nubi con le dita
e il vento che ti penetra
mulinella la sabbia alle caviglie.
In alto arde feroce a disseccare
ogni residua vita
un vortice di luce
col suo respiro assetato
scava la mente ti percorre il sangue
- sotto le pietre insidia
oscura di serpente -
Da fessure di palpebre brucianti
sulla roccia trafitta dai graffiti
di antichissime genti
s’ incurva una vertigine
violenta di bellezza ti ferisce.
Non servono parole agli occhi
se le dune s’ incendiano al tramonto
di sfiniti bagliori come un canto
di luce che s’ aggrappa al tuo silenzio.
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