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Pubblicata il 07/05/2008
Scandisco le ore
encomiabili attori,
attanaglio ogni via.
Diversi lidi non hanno più mare
nè il vento attinge più dalle mie labbra.
Meglio rifugiarsi nel dubbio
nel non definibile, non misurabile,
senza specchio non si riflette l'odio
l'amaro di un bicchier d'acqua
mi bagna le membra,
ma nel grambo partorisce dolore:
è nato, poi rinato e di nuovo morto
come le pietre che cadono
e sulla terra, infine, si stagnano.

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