Ho desistito ad ammetterlo
ma ora che mi trovo a sbattere
fra le pareti dell’universo
come un pianeta senza orbita
persa fra miliardi di pensieri…
voglio dirti che mi manchi,
che sei stato un dolce e amaro sapore
tra una portata e l’altra della vita
e che ora mi distrugge il tempo
che invano passa senza ch’io
possa godere della tua presenza
e mi sento
come il relitto di una barca alla deriva.
Dondolo come la ballerina di un vecchio carillon
su fragili scarpette da ballo
e guardo la luna impressa nel firmamento
come un pugno di luce nella notte.
Sembra il destino una burla della vita;
sembra la tremula fiamma della candela
una vecchia ubriaca nella notte;
sembro io una sirena malinconica
che infondo al mare intona una canzona triste
per il suo marinaio che la tempesta
ha portato oltre oceano.
E quel marinaio sei tu.
Ti prego torna.
Non lasciare che il mio carillon
si spenga, senza ch’io abbia avuto modo
di rivedere il tuo viso.