Le VIRTU’ E I PECCATI
Con la mente ho raggiunto il concetto più grande:
si può spaziare nei cieli degli affetti e pensieri,
senza il duro tormento della condanna devota.
Il religioso comando ha confinato la vita
entro contorni protetti di pace e salvezza:
ha pur ridotto l’istinto a dannabil peccato.
Le celestiali prodezze dei santi e virtuosi
hanno incitato seguaci a morire eccellenti:
hanno la natura bruciato di uguale valore.
Coi mansueti ideali dell’immaginario devoto
molta gente ha raggiunto la pace del cuore:
altrettanta ha sofferto nel rifiuto di essi.
Coi sublimi pensieri dei virtuosi esemplari
molta gente ha ottenuto la pace dei sensi:
han raffinato il diletto, dannando l’altrui.
Il celeste comando non ha voluto confronti
con le scelte istintive entro il libero gioco:
gl’impulsi han subito un attacco sleale.
Ciò che in reale doveva esprimersi uguale,
sensuale tendenza, senza pia condanna,
dal razionale rimando è stato imbrigliato.
Si son posti gli eletti in celestiale salvezza,
nel percorso terreno hanno scacciato il profano:
in anteprima han goduto l’arcano apparente.
Tra sacro e profano è lieve il confine;
allo sguardo di Dio non c’è differenza:
le virtù e i peccati si estinguono presto.