Divampava nel camino

la fiamma

con alte lingue di fuoco

calde

rosse

violente

illuminava la stanza

immersa in quel tepore.



Un forte vento spalancò la finestra

e parve che solo il camino

risucchiasse a se

tutta la forza

di quel soffio irruento



Si spense il fuoco di botto

il ceppo ancora rosso

divorava il calore

lasciando la speranza

di un ritorno di fiamma



Disperata tentai di riaccendere il fuoco

quando già le mie carni

percorse da un brivido freddo

cercavano invano il calore



Maledissi me stessa

per non aver assicurato la finestra

prevedendo il maltempo

e inutile fu il mio adoprarmi



Sembrava ogni tanto

che piccole lingue di fuoco

volessero farmi contenta

ma poco durava la mia illusione

e le vedevo rientrare

tra spazi ormai spenti del ceppo



Eppure quel ceppo era bello

e di legno pregiato

perché non riuscivo a ridargli

quell’ultimo soffio di vita

che lo avrebbe reso ai miei occhi

vincitor del suo scopo?



La cenere ormai si spegneva

sul muro quel rosso danzante di fiamma

divenne uno statico nero

che porta all’interno del cuore

il freddo di un cupo dolore.



Il ceppo ormai spento

raggrinzito dal fuoco

spaccato

ridotto

bruciato

divenne un inutile tronco

su cui ormai

nemmeno avrei più potuto

incidere un cuore e una freccia

con scritto ti ho amato.