Nella ludoteca dei pensieri poetici
a pendolare come scimmie alle liane
gozzoviglianti rigurgiti, pene antiche ed archiviate,
a richiamare i morti dalla terra, ma lasciateli in pace,
lasciateci in guerra a far eclettiche marchette
d’inutili svaporate parole che son latte andato a male
gocciolante dalle mammelle pigre delle vostre mummie poetiche.
Poeta, dimmi, è dunque questo il tuo dolore,
quello che più non canti, quello che più non dici,
quello che t’è per primo simbolo tragico d’orrore?
Un buon poeta è un diavolo e il suo ghigno
con la maschera innocente di bambino ed una lacrima nera di Pierrot.