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Pubblicata il 21/04/2008
Nacqui non so quando,
la mia casa sotto l’asfalto
la porta di ferro un tombino,
sniffai colla per farmi illusioni a misura
rubai fino a una reputazione da delinquente,
poi un giorno a un aguzzino cadde un giornale
lo afferrai per pulirmici il culo ma un inquilino lesse
che in un paese chiamato Italia
i reati erano tollerati e ci si poteva andare facilmente
senza stracciarsi la pelle al filo spinato di frontiere
e venni da voi a costruirmi una casa
dove sopra al tetto passano ancora veloci automobili,
-Per sopravvivere, al primo furto rubai un televisore
che bello.. grande fratello il programma
il paradiso dietro a un vetro
donne bellissime, biancheria intima di seta,
a mostrarsi come frutto maturo da cogliere
invece esche malefiche ai miei ormoni
-La vita non migliorava mai, anzi
Signori con giacca e cravatta mi diedero un lavoro
al patto che rimanessi sempre come topo
al che dissi non serve andare oltre confine
per rimanere eterno ratto, allora decisi
una soddisfazione me la devo levare
prima di morire, in terra straniera,
scoparmi una di quelle donne umane
-Ora sono in galera, una specie d’albergo
acqua, luce, gas, riscaldamento
e se lavoro mi pagano pure con rispetto
non devo più nascondermi, posso fumare roba pesante
e di tanto in tanto in aula c’è pure uno in gran postura
vestito da corvo che mi difende con ardore
-Dio esiste davvero e lo ringrazio
per questo premio celeste
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Da:Sorrisi Pignorati
www.santhers.com
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