PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 20/04/2008
Concludere
Al più presto
Subito
Ora
Forse è già tardi
Questa vita
Stesa
Sciorinata
Come un lenzuolo sempre fresco
Intriso solo di mie lacrime
Unici e umani liquidi, possibili di me
Ai ferri d’un assolato meridionale balcone
Con gerani pendenti
A Sud;
Vista montagnola di rifiuti.
Come i reiterati miei sogni
Pleonastici
Risibili
Post puberali
Dai grigi capelli
E dalla mente persa
A celebrare un deficit kundalinico
Frutto karmico ineludibile, ma trasformabile
Con rifiuto espresso da Ens
Tra un probabile morbo di Parkinson, un Alzheimer
O una leucemia gratificante ed epigono d’una vita
Non ultima
Con perno di rigetto d’altri.;
Ed ininterrotta allergia
Di me stesso.
Il medico mio,
Io,
Quello che s’è biblicamente curato,
Da Tempo,
Mi consiglia:
Cianuro in fiale.
Me lo passi?
El condor pasa:
Ǘber alles.
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Questa è la versione senza refusi.
N.

il 20/04/2008 alle 19:21

Il male oscuro, di Giuseppe Berto.
N.

il 21/04/2008 alle 19:28

Pochi commenti a questi tuoi versi Er, forse per il timore reverenziale che si prova assistendo al dolore scuro o forse per il timore di non avere capito o di averlo fatto e di avere quindi spostato la tendina che nasconde i rantoli ai sorrisi.
Non sarò per te il dottor Jack Kevorkian, ma ho letto senza sentirmi "di troppo", poi, basta la pazienza ed il coraggio di attendere e il condor pasara sobra de mi tambien.
Con affetto Sergio

il 22/04/2008 alle 20:11

La voglia di far apparire, sul film della mia vita un THE END da colossal holiwoodiano (non per la importanza della mia vita o della mia fine, ma per i caratteri cubitali e tridimensionali) mi porta a immaginifici livelli di subliminazione del dolore.
Gli ultimi due versi...
La poesia è stata postata con refusi e commentata. Succede.
Ma il condor è una forma moderno-americana dell'aquila dantesca che gurada il sole e sovra alti, vola. Come la Muerte, amigo!
Uber alles (scusa, ma la dieresi sulle maiuscole non c'è) ricorda sia l'inno tedesco che la nostra umanità destinata a soccombere ed a esser dimenticati (e a dimenticare, da morti, la nostra vita).
Una lirica sofferta e complessa. Troppo "complicata" ma che tu hai compreso in pieno.
E questo non può che darmi una ragione di felicità per esser stato compreso da una mente raffinata come la tua.
Un caro abbraccio
Er

il 22/04/2008 alle 20:41

il dono iù grande che hai : trasformi la tua sofferenza in poesia, trasmetti com-passione ...
mi inviti a volerti bene ...ti sono vicina olly

il 14/05/2008 alle 23:41

Grazie per il commento e il suo contenuto di affectio.
N.

il 15/05/2008 alle 10:34