Pochi commenti a questi tuoi versi Er, forse per il timore reverenziale che si prova assistendo al dolore scuro o forse per il timore di non avere capito o di averlo fatto e di avere quindi spostato la tendina che nasconde i rantoli ai sorrisi.
Non sarò per te il dottor Jack Kevorkian, ma ho letto senza sentirmi "di troppo", poi, basta la pazienza ed il coraggio di attendere e il condor pasara sobra de mi tambien.
Con affetto Sergio
La voglia di far apparire, sul film della mia vita un THE END da colossal holiwoodiano (non per la importanza della mia vita o della mia fine, ma per i caratteri cubitali e tridimensionali) mi porta a immaginifici livelli di subliminazione del dolore.
Gli ultimi due versi...
La poesia è stata postata con refusi e commentata. Succede.
Ma il condor è una forma moderno-americana dell'aquila dantesca che gurada il sole e sovra alti, vola. Come la Muerte, amigo!
Uber alles (scusa, ma la dieresi sulle maiuscole non c'è) ricorda sia l'inno tedesco che la nostra umanità destinata a soccombere ed a esser dimenticati (e a dimenticare, da morti, la nostra vita).
Una lirica sofferta e complessa. Troppo "complicata" ma che tu hai compreso in pieno.
E questo non può che darmi una ragione di felicità per esser stato compreso da una mente raffinata come la tua.
Un caro abbraccio
Er
il dono iù grande che hai : trasformi la tua sofferenza in poesia, trasmetti com-passione ...
mi inviti a volerti bene ...ti sono vicina olly