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Pubblicata il 14/04/2008
36) Ed è li che piange. Piange mentre l’estate le cammina avanti ed il fresco lino le abbraccia il pallido corpo. Le lacrime le seccano la pelle, il sole cristallizza parole strozzate a metà. Un complesso di organi immobile , blocco di marmo sconsacrato, braccia e mani si schierarono strette sui fianchi, le dita scavano dell’umidità del mattino un una speranza fantastica. Il lungo coltello nasconde ancora l’ombra della bestia, che a pasto consumato dona enormi ali ad un nuovo angelo.
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Mi ha colpito molto questa tua poesia.
Bella.
Alessia

il 14/04/2008 alle 18:55